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Lucio Fontana


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Fontana

Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, Argentina, 1899 – Comabbio 1968) è stato un artista, ceramista, scultore e fondatore del movimento spazialista italiano.
 Nato in Argentina da genitori italiani compie i primi studi in Italia; negli anni Venti, tornato a Rosario, matura la decisione di dedicarsi alla scultura, seguendo le orme del padre Luigi anche lui scultore e ceramista. Dopo un periodo di apprendistato si trasferisce nuovamente in Italia, iscrivendosi all’accademia di Brera a Milano. Nel 1931 tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria il Milione di Milano con una produzione in terracotta colorata, entra così in contatto con gli artisti milanesi. Nel 1934 aderisce al gruppo francese «Abstraction, creation, art non figuratif», fondato a Parigi da Herbin e l’anno successivo sottoscrive il manifesto della «Prima mostra di arte astratta italiana» con Licini, Melotti Veronesi, D’Errico ed altri artisti. Nel marzo 1940 tornato in Argentina, insegna presso la scuola di Belle Arti e dal 1946 presso l’Accademia di Altamira, una scuola da lui organizzata, importante centro di ricerca e promozione artistica. In questo contesto elabora il Manifesto Blanco (1946), prima formulazione dell’arte spaziale e presupposto alla successiva fondazione a Milano del Movimento Spaziale. Fontana, assieme a un gruppo di scrittori e filosofi, firma il Primo manifesto dello Spazialismo (1946) e il Secondo manifesto dello Spazialismo (1947). Le ipotesi spaziali di Fontana trovano espressione dal 1949 nella celebre serie dei Buchi, il primo ciclo di dipinti che presenta la tecnica dei fori nella superficie del supporto (tela, carta, zinco, rame). Tra il 1951 e il 1957 elabora diversi cicli di Concetti Spaziali, opere basate sulla perforazione del supporto e sulla sovrapposizione di svariati materiali: l’artista dipinge le tele e applica inchiostri, collages, vetri, pietre, gesso, sabbia. Nel 1957, in una serie di opere in carta telata, oltre ai buchi ed ai graffiti, appaiono i primi Tagli. Questi cicli pittorici trovano espressione in un’ampia mostra antologica alla Biennale nel 1958. Agli anni sessanta risalgono invece i cicli Metalli, La fine di Dio, Teatrini ed Ellissi. In questo periodo si collocano importanti mostre in Italia e all’estero: nel 1966 vince il Gran Premio alla Biennale con un Ambiente Spaziale, allestisce mostre personali al Walker Art Center di Minneapolis, alla Marlborough Gallery di New York e alla Galerie Alexander Iolas di Parigi. Di particolare spicco in Italia è la sala che gli viene dedicata alla XXXIII edizione della Biennale di Venezia. Nel 1967 per motivi di salute si trasferisce nella provincia di Varese, dove si spegne l’anno successivo. Nel 1982, per opera di Teresita Rasini Fontana, moglie dell'artista, prende avvio la Fondazione Lucio Fontana, importante organo di tutela e valorizzazione dell’opera dell’artista. L’artista è attivo anche nel campo dell’illustrazione e contribuisce all’edizione di svariate edizioni d’arte tra cui: Il prato del silenzio (Schwarz 1956) e Discorso a Sergio (Edizioni del Triangolo 1958) di Lina Angioletti, Apocalissi e sedici traduzioni di Giuseppe Ungaretti (Bucciarelli 1965); spiccano inoltre le collaborazioni con altri artisti come Salvatore Quasimodo in 4 oggetti di Lucio Fontana e due poesie di Salvatore Quasimodo (Tosi 1965) e con il poeta Leonardo Sinisgalli in Concetto Spaziale di Lucio Fontana e Diario di Leonardo Sinisgalli (Bucciarelli 1962) e Ode a Lucio Fontana (Bucciarelli 1969). 
Per approfondire l'opera di Lucio Fontana si rimanda ai cataloghi: Lucio Fontana: Stasera inauguro la mia mostra da Palazzoli, catalogo della mostra tenutasi a Milano nel 1999, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1999; Lucio Fontana: opere 1947-1965, Milano, Charta, 2004; Lucio Fontana: metafore barocche a cura di Giorgio Cortenova, Verona, Marsilio Editore, 2002; Lucio Fontana, catalogo ragionato delle opere su carta a cura di Luca Massimo Barbero, con la collaborazione di Nini Ardemagni Laurini e Silvia Ardemagni, Milano, Skira, 2013.

 

[Barbara Taccone]