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Quindici


«Quindici» è l'ultima rivista del Gruppo 63, pubblicata a Roma dal 1967 al 1969. Fu diretta da Alfredo Giuliani per i primi sedici numeri. Alle dimissioni di Giuliani gli successe per i n. 17, 18 e 19 Nanni Balestrini, già capo redattore nei numeri precedenti. La redazione è composta da Adriano Spatola, Giulia Niccolai e Letizia Paolozzi. La rivista, il cui progetto grafico è curato da Giuseppe Trevisani, si presenta con un aspetto essenziale, in bianco e nero e privo di illustrazioni ad eccezione della grande “Q” del titolo, consistente in un foglio di carta (70x100 cm.) piegato in due così da formare quattro pagine su cui titoli e testi scorrono dall'inizio alla fine su un'unica colonna. Pensata in origine come un quindicinale, uscì in realtà mensilmente fino al n. 15, ed ebbe in seguito cadenza bimensile.

«Quindici» nasce dall'esigenza del Gruppo 63 di comunicare con un pubblico più vasto di quello delle riviste letterarie che avevano accompagnato il percorso della neoavanguardia come «il verri» o «il Marcatré», ma, come ribadito nell'editoriale del n. 1 (non firmato ma attribuibile ad Andrea Barbato), pur essendo un periodico redatto da un gruppo, «ciascuno dei suoi appartenenti è perfettamente libero non solo da ogni disciplina redazionale, ma anche da ogni presunzioni di affinità […] ogni autore sottoscrive le idee che portano la sua firma e quelle soltanto». Nel medesimo editoriale «Quindici» dichiara di «non avere nulla da dichiarare, anche perché si ripromette di essere parziale e contraddittorio […] spera di diffondere dei dubbi e di rovinare alcune certezze: d'essere insomma un sano elemento di disordine». La rivista raccoglie un grande successo di pubblico (culminato nelle 25.000 copie di tiratura del n. 7) anche perché la letteratura è considerata solo come un punto di partenza per affrontare tutti gli aspetti culturali e politici della realtà, come si rivela dai nomi che costituivano il gruppo fondatore che comprendeva non solo scrittori partecipanti al Gruppo 63, ma anche nomi provenienti dal giornalismo, dalle arti visive, dall'architettura e dalla scienza.

[Lorenzo Berti]



1967

1969