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Pio Semeghini


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Semeghini

Pio Semeghini (Bondanello di Quistello, 31 gennaio 1878 – Verona, 11 marzo 1964), dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Modena, si reca per alcuni soggiorni a Parigi, dove conosce il gruppo di artisti italiani che in quel periodo lavorano nella capitale francese e, in particolare, Modigliani, Soffici e Severini, ma ancora di più, nella sua formazione, ha valore l’adesione al circolo degli artisti di Ca’ Pesaro, a Burano, nel 1912, avvenuta dietro invito di Gino Rossi. Con gli artisti di Ca’ Pesaro, infatti, Semeghini partecipa alla “XI esposizione della Fondazione Bevilacqua La Masa” nel luglio-agosto 1919, mentre l’anno successivo è tra i firmatari del manifesto promosso dallo stesso circolo. Nel 1926 espone tre dipinti ad olio alla “XV Biennale” di Venezia accanto alle opere di Gino Rossi, Filippo De Pisis e Nino Sprigolo, in seguito alla quale Riccardo Bacchelli lo invita a partecipare alla “Tavola dei poeti”. Nel 1927 entra a far parte del gruppo di artisti raccolti intorno alla rivista «Il Selvaggio» (Maccari, Carrà, Lega, Morandi Soffici), con i quali ha la possibilità di esporre i suoi lavori a Firenze. Nel 1928 partecipa per la seconda volta alla Biennale di Venezia e insieme ottiene la cattedra di “Figura e copia dal vero di animali” presso l’I.S.I.A. della Villa Reale di Monza, fino al 1939. Dal 1929, inoltre, frequenta il salotto del medico e mecenate milanese Ferruccio Zibordi, dove si ritrovano, tra gli altri, Diego Valeri e Riccardo Bacchelli. Diego Valeri, che cura assieme a Giuseppe Marchiori nel 1933 la prima monografia dedicata ai Disegni di Pio Semeghini per le edizioni de L’Orto, e nel 1975 il catalogo stampato dalla Galleria Civica di Campione d’Italia, è certamente uno degli interlocutori maggiori di Semeghini, dato che insieme realizzano le seguenti opere: D. Valeri, Fantasie veneziane, con 12 tavole di P. Semeghini, Padova, Ed. Le Tre Venezie, 1944; D. Valeri, I nuovi giorni, con un disegno di P. Semeghini, Milano, All’insegna del pesce d’oro, 1962; D. Valeri, La sera, con un disegno di P. Semeghini e un discorso di C. Bo, ivi, 1963; D. Valeri, Amico dei pittori, con tre tavole di Semenighi, Morandi e De Pisis, ivi, 1967; oltre alla cartella fuori commercio Venti disegni di Pio Semenighi e una poesia di Diego Valeri, Lugano, G. Topi, 1971. Nel 1954, insieme ad Afro, Capogrossi, Carrà, De Chirico, De Pisis, Morandi e Prampolini partecipa ad una collettiva di artisti italiani al MOMA di New York, mentre l’ultima personale di Semeghini viene allestita nel febbraio 1964 alla galleria “La Cornice” di Verona.

Per ulteriori approfondimenti sull’opera di Pio Semeghini si rimanda alla consultazione dei seguenti cataloghi: Pio Semeghini, a cura di Giorgio Cortenova e Francesco Butturini, Milano, Electa, 1998 e Semeghini e il chiarismo fra Milano e Mantova, a cura di Francesco Butturini, Silvana, Cinisello Balsamo (MI), 2006, dove si trova anche il saggio di Elena Pontiggia intitolato Semeghini e Bagutta: una enclave “veneta” in Lombardia.

[Marco Corsi]