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ANT ED. Foglio bimestrale di poesia e scienze affini


Pubblicata in quattro numeri dal novembre 1968 sino al maggio dell’anno successivo, la rivista è stampata prima a Piacenza per i tipi dell’Unione tipografica piacentina, e poi, dal secondo al quarto fascicolo, dallo Stabilimento tipografico O. Calligari di Milano (Passiriana di Roho). Si presenta come un foglio di grandi dimensioni (50x70 cm.) ripiegato in dieci parti e stampato recto e verso, per un totale di venti facciate. La sede della «direzione/redazione/amministrazione» è fissata presso l’abitazione di Sebastiano Vassalli (via Pier Lombardo 4, 28100 Novara), che con la sigla editoriale «CDE», aveva già dato alle stampe due volumetti in proprio (il suo Nel labirinto – collage “freddo”/cool assemblage e Somnia di Guido Davico Bonino, entrambi del ’68). Vassalli è affiancato da un «direttore responsabile» (Giuliano Martignetti) e da un «comitato di redazione» composto da Giorgio Bàrberi Squarotti, Cesare Greppi e William Xerra, cui si aggiungono – anche soltanto per singoli numeri – Luciano Caruso (n. 1), Ugo Locatelli (nn. 1 e 2), Renato Carpentieri (n. 1), Giorgio Fonio (nn. 2, 3, 4), Franco Cavallo (nn. 3 e 4), Felice Piemontese (nn. 3 e 4). La rivista si inserisce nel frastagliato panorama (politico e letterario-artistico) dell’avanguardia alla fine degli anni Sessanta, proponendo – come recita l’editoriale del primo numero (con ogni probabilità di Sebastiano Vassalli) – l’elaborazione di un linguaggio poetico scandaloso ed eversivo, che nasce dal «rifiuto totale e volontario» sia delle regole della tradizione che delle soluzioni “sperimentali”: «ogni poesia anche le più inutili e le fallite dovrebbero essere uno scandalo in questo momento / per uscire dai limiti abbiamo solo il potere di porci al centro di questa contraddizione – elaborando progetti negativi – e poco mi importa al momento se ci si muove in modo violento verso il futuro o si torna al geroglifico e al graffito». Questa ipotesi è ribadita da Giorgio Bàrberi Squarotti (autore per la rivista di testi creativi e critici) in un Intervento edito sul n. 2 (gennaio 1969), nel quale definisce «il discorso poetico» come «fondazione di ipotesi, discorso dei possibili (non rispecchiamento, in qualsiasi misura attuato dell’esistente), alternativa rispetto al reale», da conseguire mediante «un’invenzione linguistico-oggettiva del tutto “diversa” dai sistemi linguistico-oggettivi attualmente in uso, si tratti di quelli autorizzati dalla tradizione letteraria, si tratti di quelli della comunicazione di massa, a qualunque ambito quest’ultima appartenga», con chiaro riferimento polemico, per quanto riguarda quest’ultimo punto, alla poesia visiva del Gruppo 70: «Il ciclo è chiuso: l’operazione poetica, che (nell’avanguardia) si era identificata con l’alternativa eversiva dell’attualità, si risolve nella commistione delle merci di consumo (ed è perfettamente indifferente che l’integrazione figura-immagine comporti intenzioni più o meno rivoluzionarie: il significato è assorbito dall’uguaglianza dei procedimenti e degli esiti, il fumetto è sempre integrato nella società dei consumi)».
La rivista ospita testi di varia natura, come poesie lineari, collage, poesie visive, riflessioni critiche e teoriche, riproduzioni di opere (sculture, testi verbo-visivi, quadri) e componimenti in prosa, pubblicati per lo più dai membri del comitato di redazione, cui, nei diversi numeri, si aggiungono altri collaboratori, tra i quali si segnalano: Gregorio Scalise, Luigi Gorra, Nico Orengo, Ben Vautier, Claudio Parmiggiani, Milan Grygar, Jochen Gerz, Guido Davico Bonino, Ferdinando Albertazzi, Maurizio Osti, Maria Grazia Amadori, Ugo Piscopo, Timmi Ulrichs, Alberto Spagnoli, Franco Vaccari, Luigi Gorra, Maria Grazia Locatelli, Valdimir Burda, Marcel Alocco, Andrea Genovese, Dino Ausias, Laura Luoratoll, Gilberto Finzi, Jindrich Procházka.
Da segnalare, infine, la Lettera ‘aperta’ di Stelio Maria Martini a Luciano Caruso, pubblicata nel primo numero.

La sigla Ant. Ed (con l’aggiunta del punto) è impiegata da Vassalli anche nella collana editoriale – da lui prodotta - «Quaderni di Ant. Ed», con sede sempre a Novara, nella quale figurano pubblicazioni di numerosi collaboratori della rivista, come Giorgio Fonio (L’autore assente, 1970), Cesare Greppi (Descrizione della poesia), Nico Orengo (Una poesia di Giulio Paolini, 1972), William Xerra (Innesto, 1972), Maria Grazia Amadori (Erminia, il disgusto, l’arte, 1973), nonché dello stesso Vassalli (La poesia oggi, 1971; con Giorgio Locatelli, Teatro Uno – Il Mazzo, 1971).

La schedatura della rivista è stata condotta sulle copie conservate presso la Fondazione Mario Novaro di Genova.

Per maggiori approfondimenti sulla rivista e sull’attività editoriale di Sebastiano Vassalli, si rimanda al saggio di Roberto Cicala, La sperimentazione editoriale del giovane Vassalli (con bibliografia 1965-1984, catalogo delle sue edizioni CDE e Ant. Ed, immagini e testi), in Id., Inchiostri indelebili. Itinerari di carta tra bibliografie, archivi ed editoria. 25 anni di scritti (1986-2011), Mialno, Educatt, 2012.

[Teresa Spignoli]



1968

1969