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Alberto Burri


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Alberto Burri (Città di Castello, 12 marzo 1915 – Nizza, 13 febbraio 1995).  Laureato in medicina nel 1940, inizia a dipingere nel campo di prigionia degli alleati di Hereford, in Texas. Nel ’46 torna in Italia e si stabilisce a Roma, dove nel ’47 tiene la prima personale alla Galleria La Margherita, con presentazione in catalogo di Libero de Libero e Leonardo Sinisgalli. Dà vita con Ballocco, Capogrossi e Colla al Gruppo Origine (1951) ed espone i Neri e le Muffe alla Galleria l’Obelisco (1952). L’anno seguente espone nuovamente presso la galleria romana, con presentazione di Emilio Villa, che negli anni avrebbe dedicato numerosi contributi critici alla sua opera, poi in parte raccolti nel volume Pittura dell’ultimo giorno. Scritti per Alberto Burri (Le Lettere 1996, rist. 2005). Ai Neri e alle Muffe, seguono le serie dei Gobbi e dei Sacchi, questi ultimi esposti in numerose mostre in Italia e all’estero (Chicago, New York, Colorado Springs, Oakland, Seattle, San Paolo, Parigi, Milano, Bologna, Torino, Pittsburgh, Buffalo, San Francisco). Nella seconda metà degli anni Cinquanta realizza le Combustioni (1957), i Ferri (1958) e i Legni (1959), anch’essi presentati in varie occasioni. Da segnalare, la personale del ’57 alla Galleria del Naviglio di Milano con presentazione di André Pieyre de Mandiargues – tra i primi estimatori della sua opera – e la partecipazione alla XXX Biennale di Venezia (1960), con testo in catalogo di Giulio Carlo Argan. Nel 1962, al Castello Cinquecentesco de L’Aquila, viene allestita a cura di Enrico Crispolti e Antonio Bandera l’importante mostra Alternative attuali. Omaggio a Burri, cui partecipa, come ospite d’onore, anche Giuseppe Ungaretti che per l’occasione rilascia un’ampia intervista nella quale ribadisce l’apprezzamento per l’opera dell’artista (A colloquio con Giuseppe Ungaretti ospite della mostra aquilana di «Alternative attuali», «Il Tempo», 11 settembre 1962), già conosciuto alcuni anni prima assieme a Leone Piccioni e Bona De Pisis, durante una visita al suo studio. Nel ‘63 esce la prima monografia a lui dedicata, pubblicata da Cesare Brandi per i tipi di Editalia, e, tra il 1967 e il 1972, sono organizzate le prime antologiche a Darmstadt, Rotterdam, Torino e Parigi, in cui, oltre ad una ricapitolazione retrospettiva della sua opera, è presentata anche la serie delle Plastiche, realizzata nei primi anni Settanta. Ad essa seguono i cicli dei Cretti (grandi superfici di terra e vinile screpolate) e i Cellotex, costituiti da pannelli forgiati su una base di materiali compressi per uso industriale, poi scarniti e dipinti con ampie campiture di colore. La tendenza alla monumentalità, presente in queste opere, caratterizza anche la successiva produzione sia per quanto riguarda i cicli pittorici (Il viaggio, 1978-79; Orti, 1980; Sestante, 1983; Annottarsi, 1985-86; Metamorfotex, 1991; Nero e oro, 1993), che le grandi sculture in ferro (Grande ferro sestante, 1982; Ferro U, 1990; ecc.). Burri è attivo anche nell’ambito teatrale (con la realizzazione di numerose scenografie) e nel campo della grafica, per cui riceve nel 1973 il Premio Feltrinelli promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei. A questo proposito si ricordano i disegni realizzati per il volume di Emilio Villa 17 variazioni su temi proposti per una pura ideologia fonetica (Edizioni di Origine 1955), le dieci litografie che corredano Saffo sempre di Villa (2RC 1982), la combustione inserita in sessanta esemplari del volume Dialogo con poesie di Giuseppe Ungaretti e Bruna Bianco (Fògola 1968), l’opera realizzata per le Rime di Dante (Tallone 1965), la grafica originale che correda i Poems di Minsa Craig (Edizioni Nemo 1970). Negli anni Ottanta e Novanta Burri prosegue la sua attività con una serie di mostre in Italia e all’estero, tra cui si ricordano le opere esposte e poi donate alla Fondazione Palazzo Albizzini di Città di Castello, il ciclo Palm Springs presentato a New York (Salvatore Ala Gallery), le mostre di Atene e Nizza, la grande retrospettiva organizzata dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e allestita a Palazzo Pepoli Campogrande (poi spostata a Locarno), la mostra dedicata alla sua opera grafica ospitata dalla Galleria delle Arti di Città di Castello, cui si aggiungono le esposizioni dei nuovi cicli, come Metamorfotex, Il Nero e L’Oro.

Per maggiori informazioni sull’opera dell’artista si rimanda al volume Burri. Contributi al catalogo sistematico, pubblicato dalla Fondazione di Palazzo Albizzini di Città di Castello nel 1990, seguito nel 1992 dal catalogo della collezione permanente (Collezione Burri, Città di Castello, Petruzzi Editore) e dall’ampio volume dedicato all’opera grafica Burri. Grafica. Opera completa, a cura di Chiara Sertanesi, presentazione di Maurizio Calvesi, Città di Castello, Petruzzi Editore, 2003; si segnala inoltre il catalogo: Alberto Burri (Triennale di Milano, 11 novembre 2008 – 8 febbraio 2009), a cura di Maurizio Calvesi e Chiara Sarteanesi, Milano, Skira, 2008. Per quanto riguarda la biografia dell’artista, si rimanda al volume di Piero Palumbo, Burri. Una vita, Milano, Electa, 2007.

[Teresa Spignoli]


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