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Alfonso Gatto


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Gatto

Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), all’inizio degli anni Trenta frequenta l’università di Napoli ed entra in contatto con gli intellettuali che fanno capo alla Libreria del ‘900, quali Saverio Gatto, Guglielmo Peirce e Carlo Muscetta. Costretto ad abbandonare gli studi a causa di difficoltà economiche, nel 1932 pubblica la sua prima raccolta poetica, Isola (Edizioni della Libreria del '900) e nel 1934 si trasferisce a Milano. Qui frequenta gli ambienti letterari del Caffè Craja e intreccia rapporti con il gruppo di intellettuali e architetti della rivista «Casabella», in particolar modo con Edoardo Persico, Raffaello Giolli e Domenico Cantatore. Lo stesso Gatto collabora alla rivista di architettura, dove dal 1937 al 1938 cura la rubrica “Cronaca dell’architettura”; pubblica inoltre scritti di critica letteraria e artistica su «Domus», «L’Ambrosiano», «L’Italia letteraria» e «Circoli». Risale a questo periodo anche la pubblicazione della monografia dedicata al pittore Atanasio Soldati (Edizioni di Campo Grafico 1934), realizzata assieme a Leonardo Sinisgalli. Nel 1936 viene arrestato con l'accusa di antifascismo e costretto a sei mesi di detenzione presso il carcere di San Vittore; di qui, le difficoltà dell'autore a reinserirsi nel contesto letterario contemporaneo, superate soprattutto grazie all'intervento di Vittorini, che lo mette in contatto con l'editore fiorentino Enrico Vallecchi e con Vasco Pratolini. Trasferitosi a Firenze, inizia a frequentare gli intellettuali del capoluogo toscano che gravitano attorno a «Il Bargello», cui lo stesso Gatto collabora con articoli di critica d’arte, letteraria e cinematografica, oltre che con testi poetici; nel 1937 pubblica inoltre la sua seconda raccolta di versi Morto ai paesi (Guanda). Determinante è in questo periodo l'esperienza di «Campo di Marte», la rivista che nasce di fatto grazie al sodalizio tra Gatto e Pratolini, e che anima la scena intellettuale ed artistica tra il 1938 e il 1939. Moltiplica le collaborazioni con giornali e riviste, quali «Primato», «Il Ventuno. Il Domani», «La Nazione», «Corrente» e «Prospettive», e a partire dal 1944 scrive sul «Bollettino» della galleria Varese, aperta da Bruno Grossetti, pubblicando numerose recensioni di mostre di artisti contemporanei, tra cui Luigi Broggini, Umberto Lilloni e Angelo Frattini. Dopo aver preso parte alla Resistenza, nell’immediato dopoguerra si trasferisce di nuovo a Milano, dove cura la pubblicazione del «Bollettino dell'Annunciata», edito dall’omonima galleria d'arte diretta sempre da Grossetti e dove lo stesso Gatto tiene nell'aprile di quell'anno la sua prima mostra di acquerelli. I locali della galleria milanese rappresentano un importante punto di incontro di intellettuali ed artisti e il «Bollettino» curato da Gatto si configura di fatto come una vera e propria rivista artistico-letteraria, in cui l’autore, oltre a presentare pittori e mostre, pubblica testi poetici e numerosi articoli di critica. A questo periodo risale la raccolta di prose La sposa bambina (Vallecchi 1943) e alcune raccolte di componimenti dedicati all’esperienza resistenziale, tra cui L’Allodola (All’insegna del Pesce d’Oro 1943) e Amore della vita. Poesie (Rosa e Ballo 1944). Sempre nell’immediato dopoguerra inizia a collaborare regolarmente con alcuni dei principali giornali e periodici, in particolare con «Milano Sera», «La Settimana», «l’Unità» e «Giovedì»: su quest’ultima testata, a partire dal 1952, Gatto tiene la rubrica “Gallerie Milanesi”, che offre un’importante panoramica sull’attività artistica contemporanea mediante le recensioni delle mostre in corso nel capoluogo lombardo. Trasferitosi a Roma alla fine degli anni Cinquanta, continua l’attività di critico d’arte sul «Giornale del Mattino», «La Fiera Letteraria» e «Vie Nuove», e inizia a collaborare con la Rai, partecipando alla redazione di trasmissioni culturali; tra le raccolte poetiche di questo periodo si ricordano La forza degli occhi (Mondadori 1954), Osteria flegrea (Mondadori 1962) e le prose dedicate alla questione meridionale Carlomagno nella grotta (Mondadori 1962). Negli ultimi anni intensifica l’attività di critico d’arte, in particolare con la collaborazione a «Il Poliedro». Oltre agli scritti pubblicati su periodici e riviste, sono da ricordare i testi redatti negli anni per cataloghi e brochure che Gatto cura per conto di gallerie d’arte, in occasione di numerose mostre di artisti contemporanei, tenute soprattutto a Milano, Firenze, Roma e Salerno. Degna di rilievo è infatti la sua collaborazione a Firenze con la Galleria Santacroce, L’Indiano, Pananti e Michaud (una riproduzione fotografica degli scritti relativi alle mostre fiorentine è pubblicata nel volume a cura di Leonardo Manigrasso, Alfonso Gatto a Firenze, SEF 2006), a Venezia con Il Cavallino, per le cui edizioni pubblica inoltre nel 1939 la monografia Disegni di Rosai (al pittore fiorentino dedica un’altra monografia, Ottone Rosai pubblicata per i tipi di Vallecchi nel 1941); a Salerno, infine, con Il Catalogo, la galleria diretta da Lelio Schiavone (gli scritti salernitani sono ora raccolti nel volume Il catalogo è questo. Testimonianze critiche per ventisei autori, Il Catalogo 1974). In particolare si segnalano le presentazioni in catalogo delle mostre di Dino Caponi (Vallecchi 1959), Giacomo Porzano (L'Approdo arte contemporanea 1968), Nicola Leone (Stes 1968), Mario Sironi (Moneta 1969), Bruna Gasparini (Galleria d’arte Il Traghetto 1969), Enrico Paulucci (La Robinia 1973), Vieri Vagnetti (Galleria Michaud 1974), Cesare Zavattini (Edizioni d’arte del Poliedro, 1975), Alessandro Volpi (Galleria del Veltro 1975, con cinque poesie oltre al testo critico), cui si aggiunge la prefazione composta per il volume di Alberto Cavaliere, L’arca di Noè, con disegni di Raoul Verdini, versi di Alberto Cavaliere (Edizioni di «Vie Nuove» 1949). Un caso particolare è costituito, inoltre, dai cataloghi in cui Gatto compare nella veste di pittore e di poeta: Alfonso Gatto: 30 tempere (Galleria d’arte Il traghetto 1969, a cura di Licisco Magagnato, con due poesie); Tempere di Alfonso Gatto (Galleria d’Arte Torbanderna 1969, con due prose e due poesie); Alfonso Gatto 40 opere (Galleria Santacroce 1973, con due poesie inedite). Si pone in questa linea di ricerca tra poesia e pittura, anche il volume Rime di viaggio per la terra dipinta (Milano, Mondadori, 1969) che raccoglie cento liriche di Gatto composte in corrispondenza di cento disegni, sempre di mano dell’autore, e che avrebbero dovuto essere esposti in una mostra in occasione della pubblicazione del volume; al contrario, la mostra non ebbe luogo ed è stata persa ogni traccia delle tele originarie (alcune riproduzioni in bianco e nero sono pubblicate nel fascicolo della mostra tenuta presso la galleria Il Naviglio di Milano, tra il 1969 e il 1970, Alfonso Gatto. 537, testo di Mario Valsecchi, Edizioni del Naviglio 1970).

Per una bibliografia completa delle opere dell’autore si rimanda al volume Bibliografia di Alfonso Gatto, a cura di Marta Bonzanini e Annalisa Gimmi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2009. Per ulteriori approfondimenti relativi alla biografia e all’opera dell’autore si segnala il saggio introduttivo di Silvio Ramat pubblicato in Alfonso Gatto, Tutte le poesie, a cura di Silvio Ramat, Milano, Mondadori, 2005. Si veda inoltre il volume a cura di Anna Modena, Alfonso Gatto, poesia e pittura: manoscritti, immagini, documenti, dipinti, Varzi, Guardamagna 1993.

[Elena Guerrieri]