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Aligi Sassu


Aligi

Sassu

(Milano 1912 - Pollenca 2000). Si forma lavorando dal 1925 come apprendista nell'officina litografica “La Presse” e frequentando nel 1928 l'Accademia di Brera, che però abbandona presto per motivi economici. Qui conosce Fontana, Nino Strada, Lucio Grassi. Nello stesso anno firma Il manifesto della pittura “dinamismo e riforma muscolare” con Munari ed espone alla Biennale di Venezia su invito di Marinetti. Comincia a frequentare la Libera Accademia dell'Avanguardia artistica, istituita da Barbaroux, dove incontra anche Renato Birolli, Giacomo Manzù, Adriano Spilimbergo, Fiorenzo Tomea. Con Manzù affitta un piccolo studio dove avvia le note serie di “Uomini rossi” e “Ciclisti”. Con lo stesso Manzù e con Birolli, Cortese, Grosso espone alla Galleria del Milione, suscitando l'interesse di Sandro Bini. In questo periodo, segnato dal punto di vista artistico da un avvicinamento al realismo, inizia la sua attività clandestina di opposizione al regime con De Grada, Grosso e Guttuso. Nel 1937 viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione ma nel 1938 gli viene concessa la grazia del Re. Pur essendo sorvegliato speciale e avendo il divieto di esporre, continua a dipingere, soprattutto opere di opposizione. Contemporaneamente riallaccia i contatti con il gruppo di artisti, intellettuali e scrittori che gravitano intorno al movimento di “Corrente”: De Grada, Treccani, Migneco, Bo, Vigorelli, Anceschi, Sereni e Quasimodo, con cui instaura un duraturo rapporto di amicizia e stima professionale, ed espone alla galleria aperta da Treccani in via della Spiga. La mostra, con presentazione in catalogo di Luciano Anceschi, riscuote successo ed è visitata per altro anche da Curzio Malaparte, che acquista una sua tempera. Partecipa attivamente alla Resistenza. Alla fine della guerra esegue numerose opere ispirate a Maison Tellier, soggetto tratto da un racconto di Maupassant. Negli anni a cavallo tra il conflitto e la ricostruzione post bellica si dedica all’attività grafica (si ricorda la cartella Sei battaglie: litografie originali con uno scritto di Egidio Bonfante edito per Posizione nel 1943) e alla realizzazione di libri illustrati, con volumi quali Le Stanze, la favola di Orfeo, dalle rime di Poliziano (Edizioni della Conchiglia 1944), Ottuagenaria di Massimo Bontempelli (Istituto editoriale italiano 1946), Cosima di Grazia Deledda (Mondadori 1947), Documentario della ricostruzione italiana, ideazione, direzione, coordinazione di Corrado Maria Errichelli (Ripresa Nazionale 1947), I dieci comandamenti di Thomas Mann (Mondadori 1948) e Poesie di Antonino Tullier (Edizione Fiumara 1949). In questo periodo è ospite di Tullio d'Albisola e proprio ad Albisola apre una piccola officina di ceramica, iniziando a dedicarsi alla scultura. Qualche anno più tardi, nel 1954, giungono ad Albisola i giovani nucleari, Baj e Dangelo, e con loro e con Fontana anima la vita artistica del paese. A partire dagli anni Cinquanta si fa più intensa l'attività espositiva in Italia e all'estero mentre proseguono le collaborazioni editoriali con scrittori, con volumi quali Poesie di Maria Pulito (Schwarz 1954) e La fontana delle tartarughe di Roberto Zerboni (Schwarz 1956). Illustra poi Eugènie Grandet di Balzac (A. Curcio 1964), La città di Sandro Boccardi, con una lettera di Carlo Bo (All’Insegna del Pesce d’Oro 1964) e Poesia e Pittura di Raffaele Carrieri (Ed. La Fattoria 1964). Quest'ultimo cura la prefazione del volume Aligi Sassu. Gli uomini rossi 1929-1933, contenente un'acquaforte dello stesso pittore (Vangelista editore 1971) e pubblica I cavalli innamorati di Aligi Sassu, venti poesie ispirate a venti litografie dell'artista (Edizioni Trentadue 1973). Nel 1963 acquista una villa a Maiorca, dove crea la serie delle “Tauromachie”. Le opere “maiorchine” vengono commentate da Dino Buzzati, che ne parla come di una nuova giovinezza, e attirano l’attenzione anche di Quasimodo, che, presentando il catalogo di sua mostra tenuta a Palermo, Aligi Sassu: dipinti dal 1927 al 1966 (La Robinia 1966), sottolinea come il carattere mediterraneo della sua produzione sia rivitalizzato da questo ciclo. In quell'anno, per altro, in collaborazione con l’amico siciliano ed altri artisti partecipa alla realizzazione del volume Uomo del mio tempo: lirica (Edizioni di Verona). Nel 1967 si trasferisce poi in Brianza dove si dedica soprattutto a opere murali. Compie le prime esperienze di scenografo per il teatro, di prosa prima e d'opera poi. Nel 1971 si apre una nuova e intensa fase di attività nel campo della grafica e dei libri illustrati: sono pubblicati Lettere dal carcere di Tommaso Moro, con introduzione di John Harriot (Tip. Poliglotta Vaticana), O ricciulillo, poesie napoletane di Giuseppe Grieco, con introduzione di Dino Buzzati (Edizioni d’arte Ghelfi), ed esce poi, con introduzione di Sereni, la cartella delle quindici acqueforti Orlando Furioso (Aligi Sassu, Fantasie d’amore e di guerra dall’Orlando Furioso, Edizioni dell’Orso 1974). In collaborazione con altri artisti illustra Il giuoco della memoria di Sebastiano Grasso, con prefazione di Mario Luzi (Giannotta 1973). Pubblica la cartella di acquetinte La via dell'Aurora con poesie di Rafael Alberti (Torcular 1976). Insieme a Arturo Carmassi, illustra La Devianza di Mario Tobino, edita sulla rivista diretta da Leonardo Sinisgalli, «Civiltà delle Macchine» (n°5-6, 1977). Una sua litografia ed una sua acquaforte, unitamente ad opere di altri artisti, sono contenute rispettivamente in Otto artisti per un poeta di Karol Wojtyla (Grafica Dei Greci 1980) e in Omaggio a Picasso di Roberto Sanesi (Ed. Santiago Proçisa 1981). Nel 1981 esce I promessi sposi, con un testo di Giancarlo Vigorelli (Edizioni d'Arte Art Market), illustrato da cinquantotto acquarelli realizzati nel '43 e inizia a lavorare a centotredici tavole che illustrano la Divina Commedia, completate cinque anni dopo ed esposte alla mostra Sassu e Dante, tenutasi al castello Gizzi di Torre dei Passeri (1987). In collaborazione con altri artisti, partecipa alla realizzazione di Sei poesie di Vittorio Sereni (Città di Luino 1991). Illustra inoltre I sepolcri di Foscolo (Il bulino 1987) e La strega e il capitano di Leonardo Sciascia (F. Sciardelli 1989). I cicli di illustrazione per l'Alcyone di D'Annunzio, La strega e il capitano di Sciascia e per altri autori sono esposti alla Galleria Appiani Arte Trentadue di Milano nel 1990. In seguito (1994) è presentata la cartella Manuscriptum, incisioni eseguite su committenza dell'Armand Hammer Foundation, per la mostra itinerante tenutasi in Svezia, I ponti di Leonardo, che presenta opere grafiche di artisti contemporanei acconto a originali del maestro del Rinascimento.

Per un profilo più completo dell'artista si rimanda a Sassu: catalogo generale della pittura, a cura di Antonello Negri, Carlo Pirovano, Milano, Electa, 2012. Per quanto riguarda l'opera grafica si vedano Aligi Sassu: catalogo dell'opera incisa e litografica a cura di Paolo Bellini, con introduzione di Erich Steingraber, Milano, Mondadori, 1984 e Aligi Sassu incisore e litografo nei Luoghi dell'uomo (Palazzo dell'Orologio, Pomigliano d'Arco dal 9 al 19 gennaio 1988) con interventi di Raffaele Russo e Vincenzo D'Onofrio e saggio critico di Angelo Calabrese, Napoli, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1988.

[Sandra Zinone]