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Bruno Saetti


Bruno

Saetti

(Bologna 1902 - Montepiano 1984). Si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Bologna, dove frequenta i corsi di scultura, pittura e architettura e diventa in seguito professore di disegno architettonico. Nel 1933 inizia a studiare la tecnica murale, e circa dieci anni dopo, realizza un grande affresco destinato alla chiesa di S. Maria della Grazie a Bologna (1946). Nel 1947 partecipa ad una grande collettiva organizzata dall'Associazione Amici dell'arte di Faenza con Romagnoli, Morandi, De Pisis, Campigli, Carrà, Mafai, Sironi, Scipione. L'anno successivo inizia a dedicarsi all'attività grafica, illustrando Il prigioniero della stalla di Gino Balducci, di cui cura anche la copertina (L. Cappelli 1948) ed esponendo, in seguito, delle litografie a colori alla mostra degli incisori contemporanei (1957). Nel 1960 prende parte, assieme a Cagli, Carrà, Campigli, Guttuso, De Chirico, all'omaggio a Dante organizzato dalla VIII Quadriennale di Roma. Continua e si approfondisce l'attenzione per l'arte sacra con la partecipazione a rassegne a tema religioso e con il grande mosaico Angeli per la chiesa dell'autostrada del Sole a Firenze (1961); sulla tecnica del mosaico, peraltro, tiene un ciclo di lezioni all'Università di Tokyio nel 1967. Nel frattempo la sua opera attira l'attenzione di alcuni poeti: Diego Valeri da lui ispirato scrive la poesia “Soli” di Saetti, poi edita nel volume I soli di Saetti, con cinque litografie a colori dello stesso artista (Prandstaller 1964); sempre con Valeri realizza i volumi I soli di Saetti: 9 poesie, 9 disegni, 18 dipinti (All'Insegna del Pesce d'Oro, 1966) e Trentatré poesie, con quattro acqueforti originali (M'arte edizioni 1974); Ugo Fasolo gli dedica il componimento La madre e l'angelo (1973). Prosegue intensamente la sua attività nel campo della grafica: nel 1963 partecipa al volume collettivo Uomo del mio tempo: lirica (Edizioni Verona), nel 1968 inizia i disegni e gli studi per le novelle del Decameron e illustra con alcune acqueforti il De Rerum natura di Lucrezio, nella versione di Enzio Centrangolo (Franco Riva). Realizza due acqueforti per Tre racconti di Luigi Santucci (Bucciarelli 1970), due incisioni per Elegie di Piero M. Garbizza (Cappellesso 1971) e una sua acquaforte è compresa nel volume Dodici incisori contemporanei (Edizioni la Pergola 1971). Illustra poi La Madonna di Boccadirio e le Vocazioni di don Dario Zanini (Edizioni dell'Immacolata 1980), Il prato del mulino: poesie di Dino Carlesi (Graphis Arte 1980) e Giobbe ed altri inediti: un dramma e sei poesie di Karol Wojtyla, nella traduzione di Aleksandra Kurczab e Margherita Guidacci (Libreria Editrice Vaticana 1982). Da ricordare la cartella I muri di Saetti, presentata a Firenze nel 1977, composta da sei litografie frutto di una ricerca dell'artista con lo stampatore Franco Pistelli, volte a riprodurre sulla carta la materialità del muro. Gli anni Settanta segnano un periodo di consacrazione artistica e si intensifica quindi la sua attività espositiva: oltre alle numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia (si segnalano in particolare le edizioni del 1928, '38, '42, '52, '56 '62 e '72) e alla Quadriennale di Roma (1931, '39, '43, '48,' 65 e '72), si ricorda che la Galleria d'Arte del centro di Studi per l'Incisione di Pesaro gli dedica nel 1974 una personale di grafica dove espone acqueforti, puntesecche, litografie e serigrafie e che la Galleria del Cavallino di Venezia espone nel 1975 la sua opera grafica.

Per maggiori informazioni alla sua opera si rimanda a Bruno Saetti di Franco Solmi, Bologna, Grafis, 1980 e al più recente Bruno Saetti 1902-1984: Galleria d'arte Cinquantasei, a cura di Rossana Bossaglia, Bologna, Edizioni Cinquantasei, 2008.

 

[Sandra Zinone]