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Emilio Scanavino


Emilio

Scanavino

(Genova 1922 – Milano 1986). Di formazione genovese, si affaccia sulla scena pittorica italiana nei primi anni Trenta ed organizza la sua prima Personale già nel 1942, presso il Salone Romano dello stesso Capoluogo ligure. Nel 1947 soggiorna a Parigi dove conosce alcune personalità fondamentali per la sua carriera futura come Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen, e dove ha modo di apprendere la lezione postcubista e picassiana. Nel 1950 espone una sua opera alla XXV Biennale di Venezia e riceve ex-aequo il Primo Premio alla V Mostra regionale genovese. Nel 1951 è approntata una sua Personale alla Apollinaire Gallery di Londra. Conosce in questo periodo Philip Martin, Eduardo Paolozzi e Francis Bacon e, frequentando il laboratorio di ceramica tenuto da Tullio d’Albisola, Lucio Fontana, Enrico Baj, Gianni Dova e Roberto Crippa. Inizia a collaborare inoltre col collezionista Carlo Cardazzo, mentre il critico Guido Ballo inizia ad interessarsi alla sua opera. Nel 1954 è invitato nuovamente ad esporre sue opere presso la Biennale di Venezia. Negli anni successivi, Scanavino parteciperà altre quattro volte alla Manifestazione veneziana, nel 1958, quando riceve pure il Premio Prampolini, nel 1960, con una sala personale, nel 1966 quando ottiene anche il Premio Pininfarina e nel 1966. Negli anni Sessanta Scanavino acquista un atelier a Calice Ligure, dove si stabiliscono anche molti altri artisti e allievi, che costituiranno una sorta di piccola comunità. Negli anni Settanta frequenta Roma, ma espone anche in numerose mostre oltre i confini italiani e partecipa alla Biennale di San Paolo del Brasile assieme ad Alik Cavaliere con un famoso retablo sulla condizione dei nativi americani. Nel 1973 la Kunsthalle di Darmstadt gli dedica una vasta e approfondita antologica poi riproposta anche in Italia in due differenti occasioni: a Venezia a Palazzo Grassi e a Milano a Palazzo Reale. Per quanto riguarda le collaborazioni editoriali si ricordano quelle con Edouard Jaguer (La nuit est faite pour ouvrir les portes, Arti Grafiche Schenone, 1957); Gianni Malabarba (A mezzo della notte, Giorgio Upiglio 1968); Roberto Sanesi (Ipotesi dell’ospite inatteso, Edizioni dell’Albero poeta, 1970; Un lavoro difficile, M’arte 1970), che ha anche curato alcuni cataloghi dell’artista (Scanavino, Stamperia di Venezia 1973; Scanavino, Arti Grafiche Fiorin, 1974; Scanavino, La Nuova Foglio 1979); Mario Ramous (Programma n., L’Immagine 1976); Giovanni Raboni (5 poesie, Edizioni della Pergola 1983); Edoardo Sanguineti (Animali elementari, Grafica Uno 1986).

[Federico Fastelli]