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Felice Casorati


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Casorati

Felice Casorati (Novara, 4 dicembre 1883 – Torino, 1 marzo 1963) frequenta il liceo classico a Padova e nel 1901 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, portando a termine gli studi nel 1906. Nel 1904 fa la sua prima esposizione presso il circolo Filarmonico Artistico di Padova. Nel 1907 inizia a frequentare lo studio del pittore padovano Giovanni Vianello, dove entra in relazione con Mario Cavaglieri. Nello stesso anno Casorati esordisce alla Biennale di Venezia con il dipinto Ritratto della sorella Elvira, e vi parteciperà in maniera assidua nel corso della sua carriera artistica, svolgendo pure, a partire dal 1926, numerose mansioni. Sarà presente a ben undici edizioni delle Biennali veneziane, l’ultima delle quali risale al 1958. Nel 1910 si avvicina alla grafica e nel 1913 realizza una serie di acqueforti, litografie, acquetinte, tempere e puntesecche, esponendoli in una mostra personale nell’ambito della VII esposizione giovanile Ca’ Pesaro a Venezia. In questi anni partecipa alle mostre allestite dalla Secessione romana, organizzate dal 1913 al 1916, a cui prendono parte artisti come Primo Conti, Giorgio Morandi, Carlo Corsi, Felice Carena, Matisse, Cézanne, Picasso e Munch. Entra in relazione con il gruppo «per il rinnovamento e il miglioramento decorativo degli ambienti», coordinato da Vettore Zanetti Zilla e composto da Guido Cadorin, Guido Marussing, Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf Ferrari. Nel 1914 fonda con Pino Tedeschi, Augusto Calabei e Umberto Zerbinati la rivista di poesia e di arti grafiche «La via lattea» (di cui escono solo due numeri), per la quale appronta una serie di incisioni in stile Art Nouveau, inoltre aderisce per qualche tempo all’ambiente spezzino della rivista mensile di arte e letteratura «L’Eroica», dove pubblica le xilografie Visione, Il sonno e La luce. Nel 1915 è presente con sei xilografie, insieme a Lorenzo Viani e Alberto Caligiani, alla Mostra nazionale dell’incisione alla Permanente di Milano, riproposte poi alla III Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione romana, tenutasi al Palazzo delle Esposizioni. Nello stesso anno a Roma espone un paio di pannelli e due terrecotte verniciate su piedistallo. Nel 1917, in seguito alla morte del padre, Casorati si sposta a Torino per conoscere Piero Gobetti (che nel 1923 realizza la prima monografia sull’artista), e qualche mese dopo, con la madre e le due sorelle, si traferisce definitivamente nel capoluogo piemontese. Nel 1921 partecipa all’esposizione d’arte che si tiene nel salone della Mole Antonelliana di Torino, e nello stesso anno escono i due libri per bambini Lucciole Grilli e Barbagianni di Sandro Baganzani (Edizioni Alpes, Milano 1921) e Giocherello. Racconto fantastico di Mario Buzzichini (Edizioni Alpes, Milano 1921), con una serie di illustrazioni xilografiche composte da Casorati. Qualche mese dopo espone alcune opere grafiche alla Galleria Codebò di Torino, nella quale figurano anche i lavori di Gigi Chessa, Francesco Menzio, Carlo Levi e Nicola Galante. Nel 1923 apre una scuola per giovani artisti nel suo studio torinese di via Mazzini, che viene trasferita, dopo poco tempo, in via Gallinari 33. Tra il 1923 e il 1925 Casorati realizza delle opere scultoree per il teatrino della casa privata di Riccardo Gualino. Nel ʼ24 viene invitato al Carnegie international di Pittsburgh, negli Stati Uniti, mentre qualche mese dopo partecipa a una mostra organizzata dalla galleria milanese Pesaro al Circle Artistique di Bruxelles. Nel ʼ25, in coppia con l’architetto Alberto Sartoris, progetta una serie di mobili per una camera dello sfarzoso castello di Cereseto, di proprietà di Gualino, e nello stesso anno è tra i fondatori, con Annibale Rigotti, Sartoris e lo scrittore Mario Sobrero, della Società di Belle Arti «Antonio Fontanesi» (di cui assume la presidenza), che ha sede prima nel Palazzo Bricherasio in via Lagrange, poi presso la galleria Codebò di via Po. Nel ʼ30 Casorati partecipa a due importanti eventi artistici: “Novecento Italiano”, itinerante tra Argentina e Uruguay, su invito di Margherita Sarfatti, e la mostra alla Kunsthalle di Berna. Nello stesso anno esce per l’editore Buratti di Torino il volume Sisifo e Procuste di Cesare Giardini, illustrato con delle acqueforti che Casorati aveva inciso una ventina di anni prima. Nel 1933 prende parte al Maggio Musicale fiorentino per realizzare le scene e i costumi de La vestale di Gaspare Spontini, e nel 1935, sempre per il Maggio Musicale, lavora alle scenografie della Norma di Bellini. Nello stesso anno organizza nel piccolo locale torinese di via Giulia di Barolo 2, insieme a Paulucci e in collaborazione con la galleria milanese del Milione, la mostra collettiva di arte astratta italiana, alla quale prendono parte artisti come Fontana, Melotti, Licini, Reggiani e Soldati. Nel biennio ʼ35-ʼ36 è presente con poche opere alla mostra d’arte italiana contemporanea di Varsavia, che poi farà tappa anche a Bucarest, dove il ministro ungherese della pubblica istruzione lo premia con una medaglia d’oro per meriti culturali. Nel ʼ38, proseguendo l’attività di promotore culturale, Casorati inaugura, ancora con Paulucci, la galleria della Zecca, ideale prosecuzione dell’esperienza di via Giulia di Barolo, dove espongono artisti come Afro, Tomea, Soffici, Carrà, De Pisis, De Chirico, Tosi e Morandi. Nello stesso anno si aggiudica il premio per la pittura alla Biennale di Venezia e gli viene assegnato il Grand Prix all’Esposizione Internazionale D’Arte di Parigi. Nel 1941 appronta le scenografie di “La donna serpente” di Casella, rappresentata alla Scala di Milano, e inoltre gli viene assegnata la cattedra di pittura all’Accademia Albertina di Torino, che terrà fino al 1954, svolgendo pure, nell’ultimo biennio, l’attività di direttore. Nel giugno del ʼ45 è tra i fondatori dell’Unione Culturale, inoltre in questo periodo si dedica più intensamente alla produzione litografica, pubblicando una cartella di dieci litografie in 100 esemplari per Le Grazie di Foscolo (Collezione del Bibliofilo, Torino, 1946) e una cartella di dieci litografie dal titolo Numerus, mensura, pondus (Collezione del Bibliofilo, Torino, 1946). Nel 1949 collabora con il poeta Mario Luzi ed elabora sei litografie per il volume Cantiques des Colonnes di Paul Valéry (Edizioni Rai, Torino, 1949), mentre l’anno successivo realizza quattro litografie per Il Vangelo (Neri Pozza, Venezia, 1950). Nel ʼ49 compone quattro incisioni che entrano a far parte della cartella Per Capri, edita dalla Rai in occasione della consegna dei premi Italia; poi riceve il premio di Pittura e di Scultura di Saint Vincent. Negli anni successivi, Casorati lavora con la galleria La Bussola di Torino, ma anche con gallerie di tutta Italia, e continua a partecipare alle principali manifestazioni nazionali e internazionali.

Per maggiori informazioni sull’opera di Casorati si rimanda al volume Felice Casorati: catalogo generale, a cura di Giorgia Bertolini e Francesco Poli, Torino, Allemandi, 2004; mentre per ulteriori informazioni biografiche sull’autore si segnala il libro Felice Casorati: la biografia, a cura di Maurizio Ternavasio, Torino, Lindau, 2009.
[Marco Proietto]