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Giuseppe Chiari


Giuseppe

Chiari

(Firenze nel 1926 – 2007). Consegue la maturità scientifica nel 1945 e si iscrive successivamente alla Facoltà di Ingegneria. Il suo approccio alla musica avviene all’interno del mondo jazzistico. Nel 1947 è, infatti, tra i fondatori del Circolo degli Amici del Jazz di Firenze. Il fatto che la sua formazione musicale si svolga in seno all’ambiente jazz, sotto l’impronta dell’improvvisazione, è un dato che rende comprensibile la sua tendenza alla ricerca di avvenimenti sonori mai prevedibili, sempre nuovi. Nel 1950 lascia l’Università iniziando a lavorare nella sartoria della madre, dove resterà fino al 1965. Nel 1957 sposa Victoria Laforgia, nel 1960 nasce il figlio Mario. Porta avanti individualmente i suoi studi frequentando la Biblioteca Nazionale. Negli anni Cinquanta comincia a comporre, principalmente per pianoforte, opere che presentano particolare attenzione alle problematiche di struttura. Questi primi lavori sono occasione dell’incontro con Pietro Grossi. Dalla loro amicizia nasce l’associazione Vita musicale contemporanea, in seno alla quale Chiari conosce importanti personalità musicali come Sylvano Bussotti e Heinz Klaus Metzeger. Quest’ultimo lo introduce alla scena neoavanguardista internazionale. L’impatto con queste realtà genera un radicale cambiamento nella concezione che Chiari ha dell’arte: emerge infatti l’aspetto dell’improvvisazione e cambia radicalmente il suo linguaggio. Sintesi di ciò sono opere come Gesti sul piano, Per Arco, Le Corde, Don’t trade here, con le quali Chiari abbandona completamente i canoni della scrittura musicale tradizionale. Si tratta più nello specifico di quella che Chiari stesso chiama Musica senza contrappunto. Negli anni Sessanta inizia a partecipare alle attività del gruppo neoavanguardista Fluxus, realtà con cui non interromperà mai contatti e collaborazioni. Nel 1962 è tra i fondatori del Gruppo 70. A partire dagli anni Settanta, per i successivi trenta anni la composizione cede il passo ad una intensa attività concertistica, a performance e conferenze in giro per l’Europa e gli Stati Uniti. Nel 1972, Gesti sul piano viene eseguita presso la Galleria Toselli di Milano; Suonare la stanza presso la Galleria Schema a Firenze. Nel 1973 presenta Suonare la città presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Nel 1982 ancora Gesti sul piano è eseguito al Performance Kunstler Haus di Berlino; nello stesso anno il Concerto per Luce viene presentato alla Modern Art Galerie di Vienna. Nel1994 esegue ancora Gesti sul piano alla Fundaciò Antoni Tapies di Barcellona. All’impegno sul fronte musicale si intreccia una intensa attività nell’ambito delle arti visive. La mostra itinerante Musica e Segno, realizzata nel 1962 insieme a Sylvano Bussotti, ben evidenzia lo stretto legame che c’è tra musica e pittura nell’opera di Chiari. Allo stesso modo, spettacoli del Gruppo 70 come Poesie e no, Homo Tecnologicus, Preistoria contemporanea, a cui Chiari partecipa, nascono dall’intento di superare le divisioni tra i codici artistici. Il segno e la pittura irrompono così sulla carta da musica e le sue partiture divengono quindi oggetto artistico: basti pensare alla già citata Gesti sul piano dove i movimenti da compiere con dita, polsi, mani, sono indicati con l’ausilio di un carattere ideografico, soluzione che Chiari utilizza per la maggior parte dei suoi Metodi per suonare. Al contempo la musica diviene materiale per realizzare opere visive: pagine musicali e strumenti si confondono tra immagini quotidiane dando vita a dei veri e propri collage. Alle attività concertistiche si affiancano, così, esposizioni in gallerie d’arte: a Milano presso la Galleria Toselli, la Galleria Milano, lo Studio Oggetto; a Firenze presso la Galleria Il Ponte, la Galleria Santo Ficara, presso il Salone villa Romana, la Galleria Vivita, il Centro Tornabuoni; a Prato presso la Galleria Armanda Gori; a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna; ad Hannover presso il Kunstverein; a Nizza presso la Galleria Depardieu; a Parigi presso il Muesée d’art moderne de la ville de Paris.
Espone inoltre in musei d’arte contemporanea quali il Kunstmuseum Luzern a Luzern, il Centre d’Art Contemporain di Ginevra, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Museum of Modern Art di San Francisco.

[Giovanni Montiani]