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Marialuisa De Romans


Marialuisa

De Romans

Marialuisa De Romans, all’anagrafe Marialuisa Marinotti, nasce negli anni Venti a Milano nella famiglia del noto imprenditore Franco Marinotti. Nel 1948 inizia la propria formazione sotto la guida di Marcel Poncet all’École des Beaux-Arts di Losanna e un anno dopo tiene la sua prima personale alla Galleria del Grattacielo di Legnano. Nel corso degli anni Cinquanta si stabilisce a Milano ed inizia ad ottenere i primi riconoscimenti sulla scena artistica italiana inserendosi a pieno titolo nell’ambito proteiforme dell’espressionismo astratto. A partire dal 1958 passa sempre più tempo fuori Italia ed entra in contatto con artisti di tutto il mondo; conosce gli esponenti del Gruppo Cobra nell’Europa settentrionale e soggiorna a Parigi dove prende in affitto lo studio di Max Ernst prima della propria partenza per l’Estremo Oriente. Nel gennaio del 1963 arriva infatti a Hong Kong, che per i sei anni successivi – insieme a Milano – diviene fonte a sede del suo lavoro. Attraversa gran parte dell’Asia orientale; visita Thailandia, Filippine, Nepal, Cambogia, Indonesia, Corea, Birmania, Malesia e soggiorna più volte in Giappone e in India. Partecipa a varie manifestazioni collettive ed espone in importanti personali a Milano, a Venezia, a Bombay, a Hong Kong e a Tokyo. Dal 1970 al 1972 risiede a Città del Messico e più tardi a New York, dove entra in contatto con artisti come Andy Warhol (si ricorda il ritratto dell’artista). Avvia quindi una proficua collaborazione con il poeta-italianista Allen Mandelbaum. Nel 1985 apre il suo atelier a Venezia e si dedica allo studio de Le metamorfosi di Ovidio, dando vita a una serie di opere dal titolo Le Ovidiane, pubblicate all’interno dell’edizione americana dell’omonimo libro (Ovid in Sicily, trad. di Allen Mandelbaum, New York, Sheep Meadow Press, 1986). Dal 1991 al 1994 realizza una delle imprese più importanti della sua carriera: Apocalisse su due trittici di grandi dimensioni, ispirata al testo biblico. Nel corso degli ultimi decenni l’artista si ristabilisce in Italia e continua ad esporre, dedicandosi nel frattempo anche all’attività letteraria. Nel 2002 e 2004 porta a compimento un percorso avviato a metà degli anni Cinquanta (Ramsinga, Firenze, Vallecchi, 1955) e pubblica i volumi di poesia A fil di lama (Olgiate Comasco, Dialogolibri) e Ipotesi per un autoritratto (Castel Maggiore, Book Editore). Per quanto riguarda le collaborazioni con altri artisti, De Romans vanta la realizzazione di una quindicina di libri illustrati. Si ricordano in particolare i suoi contributi ai lavori di Allen Mandelbaum (The Odyssey of Homer, Milano, Grafica Uno Giorgio Upiglio, 1989; Ungaretti and Palinurus, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 1989), Roberto Sanesi (Work in progress, Milano, Edizioni Grafica Uno Giorgio Upiglio, 1962), Miklos N. Varga (Per conoscenza, Pesaro, Edizioni della Pergola, 1979), Antonio Villani (Fragmenta, Como, Galleria d’arte Il Salotto, 2005), all’edizione La cucina futurista di Marinetti (Milano, Marinotti, 1998) e si segnala il volume dell’artista dal titolo Hong Kong (Milano, Edizioni Grafica Giorgio Upiglio, 1964).

Per ulteriori informazioni sulla biografia e sull’opera di De Romans si rimanda al sito www.deromans.com dedicato all’artista.

[Mária Palóc]