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Mauro Staccioli


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Staccioli

Mauro Staccioli (Volterra, 11 febbraio 1937 – Milano, 1 gennaio 2018) si diploma all’istituto d’arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna, dove intraprende l’attività di insegnamento nella provincia di Cagliari e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di iniziativa. Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano, dove assume l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera. Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica completamente alla scultura. Nel 1972 esordisce a Volterra con la sua prima mostra, per la quale progetta una serie di “sculture-intervento” da collocare in diversi luoghi della città, scelti in base alla loro importanza storico-sociale. Nel 1973, sempre a Volterra, partecipa assieme ad alcuni artisti come Cavaliere, Somaini, Carrino e Spagnuolo a un simposio di scultura, coordinato da Enrico Crispolti. Nello stesso anno viene invitato a Parma per eseguire un’installazione, mentre l’anno successivo viene chiamato ad Arcevia per partecipare a un progetto denominato “L’operazione Arcevia”, al quale prendono parte anche artisti di fama internazionale come Michelangelo Antonioni, Alberto Burri, Mario Ceroli e Joe Tilson. Nel 1978, oltre a organizzare una serie di mostre in gallerie e spazi milanesi (Studio Sant’Andrea, Studio Marconi, Galleria Bocchi), Staccioli viene invitato alla Biennale di Venezia, dove realizza il celebre Muro, una parete di cemento di otto metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia, ponendosi quale segno critico e provocatorio. Nel 1981, per la galleria milanese Mercato del Sale, esegue un intervento di natura provocatoria, che consiste in uno squarcio lungo il pavimento della galleria. Nel 1982 è chiamato a realizzare una grande opera nel parco di Villa Gori a Celle di Santomato, il primo parco italiano di sculture ambientali. Dalla metà degli anni Ottanta inizia a riscuotere una crescente attenzione all’estero, e la sua presenza viene richiesta in Germania (Stodtische Galerie, Regensburg; Fridericianum Museum, Kassel), in Gran Bretagna (Hayward Gallery, Londra), in Israele (Tel Hai College), in Francia (ELAC, Lione) e negli Stati Uniti (University Gallery di Amherst). Con una personale al Lapiz Buildind di La Jolla, Staccioli avvia una lunga vicenda di lavoro e di amicizie in California, e nel 1987 viene invitato dal mecenate californiano Carl Djerassi alla fondazione “Djerassi Foundation”, per la quale elabora un progetto concernente la costruzione di sei sculture da collocare in un bosco di querce. Per le Olimpiadi del 1988 viene chiamato da Pierre Restany a Seul, dove realizza un arco rovesciato in cemento rosso e in ferro, situato all’aperto nel vasto piazzale del Parco Olimpico. A partire dagli anni Novanta Staccioli sperimenta nuove forme: nel 1991 installa un triangolo irregolare al National Museum of Contemporary Art di Kwachon; nel 1992 realizza delle grandi ruote in cemento e in ferro da collocare nella zona più alta del Prato della Fara e sempre nello stesso anno a Milano tiene una mostra personale alla Fondazione Mudina. Nel 1993 prende parte alla Biennale Niederlausitz II di Brandeburgo, mentre l’anno successivo partecipa al progetto Artelaguna, organizzato in occasione del centenario della Biennale di Venezia. Nel 1995, con l’intento di promuovere il dialogo tra scultura e natura, Stacciali viene chiamato in Sardegna ad allestire la mostra di apertura del Museo d’Arte Contemporanea “Su logu de s’iscultura” diretto da Edoardo Manzoni, mentre l’anno successivo viene invitato a Bruxelles dalla Fondation Européenne Pour La Sculpture per creare delle opere da situare nel Parc Régional Tournay-Solvay. Nel 1998, sempre per la città di Bruxelles, studia una scultura da posizionare nella rotatoria stradale di Boitsfort. Nel 1999 allestisce una personale a Pergine in Valsugana ed escogita un ponte levatoio per il castello triestino, oltre a una serie di sculture da collocare davanti e all’interno del castello. Nel 2004, in occasione del centenario dell’Università di Arecibo, viene ospitato a un grande simposio internazionale di scultura organizzato da Gérard Xuriguera. Nel 2007 elabora un collage per il volume Quella vivida sostanza (Edizioni d’arte Colophon 2007), nonché una scultura in ferro volta a corredare i primi sessanta esemplari. Negli anni successivi Staccioli continua a realizzare numerose installazioni in Italia e all’estero, fra le quali si segnalano quella del 2010 a Motta d’Affermo presso il parco della Fiumara d’Arte; quella del 2014 nell’isola di Jeju in Corea e quella del 2016 per la Villa Pisani di Bagnolo di Longino a Vicenza.

Per un approfondimento sull’opera di Mauro Staccioli si rimanda alla consultazione dei cataloghi: Mauro Staccioli, Volterra 1972 – 2009: luoghi d’esperienza, a cura di Marco Bazzini, Bologna, Damiani, 2009; Intersezioni 6: Mauro Staccioli, Cerchio imperfetto: al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA, a cura di Alberto Fiz, Milano, Electa, 2011.

[Marco Proietto]