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Roberto Roversi


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Roberto Roversi (Bologna 1923 – 2012). Frequenta il Liceo Classico Galvani di Bologna, dove fa la conoscenza di Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini. Si forma sulla lettura degli scritti di Tommaso Campanella, Umberto Saba, Johann Peter Eckermann, Friedrich Hölderlin e Clemente Rebora. Iscritto alla facoltà di Filosofia presso l'Università di Bologna, si laurea nel 1946 con una tesi su Nietzsche dal titolo Le origini dell'irrazionalismo di Nietzsche studiate nelle opere giovanili. Nel 1942 pubblica la sua prima raccolta lirica Poesie (Bologna, Libreria antiquaria Mario Landi) e l'anno successivo, sempre per i tipi di Landi, dà alle stampe il libro Rime (Bologna 1943) e il romanzo Umano (Bologna 1943). Poco dopo si unisce alle truppe partigiane e combatte nella Resistenza in Piemonte fino al 1945. Nel 1947 diventa assistente di Giovanni Natali, professore di Storia del Risorgimento all'Università di Bologna, ma l'anno successivo abbandona la carriera universitaria e apre la Libreria Antiquaria Palmaverde, sotto la cui sigla editoriale pubblica, soprattutto fino agli anni Ottanta, numerosi libri e riviste. Nel 1952, esce la raccolta di racconti Ai tempi di re Gioacchino (Bologna, Libreria Antiquaria Palmaverde) e due anni dopo il libro Poesie per l'amatore di stampe (Caltanissetta, Sciascia 1954). Nel 1955 è fondatore e redattore, insieme a Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, di «Officina», che dirige fino al 1959, anno in cui la rivista interrompe le pubblicazioni. Dal 1960 collabora con numerosi periodici quali «Nuova Corrente», «Menabò», «Nuovi Argomenti», «Quaderni piacentini», «La Fiera Letteraria» e «Quasi». Nel 1961 fonda la rivista bimestrale di letteratura «Rendiconti», sulla quale scrivono intellettuali e artisti come Vittorio Sereni, Franco Fortini, Lamberto Pignotti e Giovanni Giudici. L'esperienza editoriale della rivista, che dirada le pubblicazioni intorno la metà degli anni Settanta, si chiude definitivamente nel 1999. Nel 1961, per la regia di Carlo Di Carlo, con il quale stringe un forte sodalizio intellettuale che dura fino alla metà degli anni Novanta, esce il film La menzogna di Marzabotto, di cui Roversi è autore, e l'anno successivo pubblica la raccolta lirica Dopo Campoformio. Poemetti (Milano, Feltrinelli, 1962; poi Torino, Einaudi, 1965). Nel 1963 viene stampata la monografia in edizione limitata 5 acqueforti di Giuseppe Guerreschi; 5 descrizioni in atto di Roberto Roversi (Padova, A. M. Prandstraller) e un anno dopo esce il suo secondo romanzo Registrazioni di eventi (Milano, Rizzoli, 1964). Intanto realizza alcuni testi sperimentali, in cui l'uso della scrittura critica si alterna a quella della scrittura poetica, pubblicati per la gran parte nel corso del 1964, sulla rivista «Quaderni piacentini». Nel 1965 dà alle stampe Unterdenlinden (Milano, Rizzoli) il suo primo lavoro teatrale, che viene messo in scena due anni dopo dal regista Raffaele Maiello, presso il teatro Il Piccolo di Milano. Nel 1969 esce Le descrizioni in atto 1963-1969, una raccolta di poesie autopubblicata e ciclostilata, consegnata a mano dall'autore a coloro i quali ne avessero fatto richiesta; secondo le parole di Roversi, l'opera rappresenta il tentativo di cercare un mezzo di diffusione alternativo a quello dell'industria editoriale. Nello stesso anno viene pubblicato Il Crack, la sua seconda opera teatrale, seguìta da La macchina da guerra più formidabile (1971), Bologna, Pendragon, 2002; Enzo Re (1973), Porreta Terme, I quaderni del battello ebbro, 1997 e La macchia d'inchiostro (1976), Bologna, Pendragon, 2006. Nel 1971, per evitarne la chiusura, divene co-direttore del quotidiano «Lotta Continua», insieme ad altre personalità di rilievo come il politico Marco Pannella, mentre nel 1972 cura la traduzione dal dialetto romagnolo della raccolta lirica di Tonino Guerra I Bu, e un anno dopo conosce l'artista Lucio Dalla, per il quale scrive alcune canzoni. Nel 1976 dà alle stampe il romanzo I diecimila cavalli (Roma, Editori Riuniti) e inizia a collaborare con la rivista d'avanguardia «E/mana/azione», mentre dal 1977 al 1979, insieme a Gianni Scalia, Pietro Bonfiglioli e Federico Stame, fonda e dirige la rivista «Il cerchio di gesso», curandone, con Maurizio Maldini, il supplemento di poesia La Tartana degli influssi. Pubblica nel 1981 Trentuno poesie di Ulisse dentro al cavallo di legno (Castelplanio, Ribichini) e un anno dopo costituisce la Cooperativa Culturale Dispacci, che si scioglie nel 1987. Nel 1989 viene stampata la prima parte della raccolta lirica L'Italia sepolta sotto la neve, la cui seconda parte esce dapprima nel 1993 in un'edizione a tiratura limitata, e successivamente nel 2001, per i tipi di Pironti, con il titolo La partita di Calcio. Dal 1994 e fino al 2007 collabora attivamente con la rivista «ENNERRE», diretta da Alba Morino. Dopo oltre cinquant'anni di attività, nel 2006 chiude la Libreria Palmaverde e nel 2010 esce Il Catalogo editoriale della Libreria Antiquaria Palmaverde (Bologna, Pendragon). In questi ultimi anni si susseguono una serie di pubblicazioni, fra le quali ricordiamo: Il timone (Milano, EnnErre Le nostre ragioni, 2005); Il timone 2 (Milano, EnnErre Le nostre ragioni, 2008); Per impervi sentieri (Bologna, Bohumil Edizioni, 2008); Nuvolari frusta implacabile di velocità e furore (Bologna, Pendragon, 2009); La dura epica vicenda. Un poemetto inedito e due canti dal poema Dopo Campoformio (Teramo, Edizioni Banca di Teramo, 2011) e Libri e contro il tarlo inimico (Bologna, Pendragon, 2012).

Per ulteriori informazioni sull'autore, si segnala il saggio: L. Caruso e S. M. Martini, Roberto Roversi (Firenze, La Nuova Italia, 1978) e la monografia: Fabio Moliterni, Roberto Roversi: un'idea di letteratura (Modugno, Edizioni dal Sud, 2003).

[Noemi Madonna]