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Roberto Sambonet


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Roberto Sambonet (Vercelli 1924 – Milano 1995) è stato un pittore, grafico e designer italiano. Dopo l’infanzia nella campagna biellese, si trasferisce a Milano, dove compie gli studi classici e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Iscrittosi poi nel 1942 alla facoltà di Architettura al Politecnico di Milano, abbandona presto gli studi per dedicarsi alla pittura. Nel 1946 segue i corsi tenuti da Achille Funi all’Accademia Carrara di Bergamo e nello stesso periodo espone nelle sue prime mostre, sia collettive (Venezia) che personali (Stoccolma, ancora Venezia); contemporaneamente partecipa al gruppo dei Picassiani, con Cassinari, Morlotti, Treccani. Due anni più tardi si trasferisce in Brasile, per un soggiorno che durerà fino al 1953. Il quinquennio brasiliano si rivela molto significativo per l’artista: qui infatti stringe amicizia con Pietro Maria Bardi, direttore del MASP (Museu de Arte de São Paulo), che lo coinvolge nell’animazione dell’attività museale e gli affida l’insegnamento del corso di grafica. È nello stesso ambiente che avviene l’incontro con Emilio Villa, dalla cui collaborazione nasce 22 cause+1, con disegni di Sambonet e progetto grafico di Max Huber (Edizioni del Milione 1953). Brasiliana è anche la prima esperienza nel campo della ritrattistica, con la rappresentazione dei malati dell’ospedale psichiatrico di Jaquerí (ritratti confluiti poi in Della pazzia, Edizioni M’Arte 1977), primordi di un’attività che lo vedrà realizzare negli anni ritratti di famosi colleghi artisti e poeti tra i quali Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Edoardo Sanguineti. Si conclude così per il momento la parentesi brasiliana, destinata a riaprirsi negli anni Settanta per una serie di mostre al MASP (si ricorda qui l’importante personale tenuta nel 1974). Rientrato in Italia, viene chiamato da La Rinascente: è all’interno dell’azienda che si avvicina all’attività grafica che, seppur cominciata in Brasile con la progettazione di volantini per il MASP, si arricchisce ora della collaborazione con Bruno Munari, Max Huber, Albe Steiner. Per La Rinascente Sambonet lavora come designer e come promotore culturale di esposizioni e mostre-mercato. L’attività cartellonistica si estende anche ad altre aziende ed eventi, come le mostre della Triennale di Milano, la Pirelli, la Richard-Ginori o la Sambonet, l’industria del padre di stoviglie e oggetti da tavola, per la quale Roberto realizzerà la celeberrima Pesciera, oggi nella collezione permanente del MoMa a New York; è inoltre curatore grafico per Feltrinelli ed Einaudi. Nel 1956 vince il Premio Compasso d’Oro, primo di quattro, importante riconoscimento nel campo del design. Tra i numerosi viaggi compiuti dall’artista tra gli anni Cinquanta e Ottanta, si ricordano in particolare quello a Parigi, dove conosce lo scultore rumeno Brancusi, e quello in Finlandia, dove stringe amicizia con l’architetto Schildt, incontri che influenzano particolarmente la sua produzione artistica. Nel 1957 partecipa alla Triennale di Milano, e dallo stesso anno fino al 1960 è art director della rivista «Zodiac» edita da Olivetti. Nel decennio successivo si sottolineano le mostre milanesi, alla Galleria Profili (1963, personale interamente dedicata al ritratto), alla Galleria Pater (1966) e alla Galleria del Milione (1969). Gli anni Settanta e Ottanta sono dedicati dall’artista a studi sul colore e su Klee. Trascorre quindi gli ultimi anni tra Milano e New York, rivolgendo le ultime energia al design, alla pittura e all’attività espositiva.

Per maggiori informazioni sull’opera dell’artista si consulti Roberto Sambonet, designer, grafico, artista, (1924-1995), a cura di E. Morteo, con contributi di E. Camesasca, G. Dorfles, F. Gualdoni et al., Officina Libraria, 2008 (catalogo della mostra tenutasi nel 2008 a Torino, Palazzo Madama).

[Monica Pesce]


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