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Incontri


Firenze

2000

Edizione d'arte

L’opera comprende una lettera di Mario Luzi, due testi dell’autore e tre litografie di Mario Francesconi. La lettera è riprodotta in grafia manoscritta, datata 18 marzo [19]98: «Per la prima volta ho paura: vivo questi giorni in uno stato di paura. Di che? Non della morte, a cui mi sono quotidianamente predisposto, non della solitudine a cui sono affezionato, non della perdita di senso, ammesso che un senso l’avesse, della mia vita e di ogni esistenza individuale in sé. Tutto questo è anzi liberazione, levità. Eppure incombe un presagio di dannazione cosmica… È forse l’eclisse della speranza?». Segue la litografia di Francesconi (s.t). L’altro testo di Luzi, in grafia manoscritta, parla del tema dell’incarnazione cristiana e del rapporto tra finito e infinito: «L’incarnazione cristiana è un evento vertiginoso. Dio viene incontro all’uomo, si rende pensabile di vivere alla sua misura per salvarlo dalla sua condizione deietta. L’infinito entra nel finito. Ma il finito ha assorbito in sé una traccia d’infinitudine. Spesso mi domando quanto è passato di quell’illimitato sul dio presente, alla portata dell’uomo, non dell’uomo e della sua intelligenza, ma pur sempre dalla sua coscienza: Gesù di Nazareth. Che cosa e quanto si è incarnato di quella infinità nel dio fatto uomo venuto a parlare agli uomini nel loro linguaggio? Quanto è rimasto fuori dei limiti del conoscibile e della circoscritta, mirata testimonianza? Ma forse alla base di tutto c’è una esagerata opinione dell’uomo stesso. E Cristo ammonisce che la sua presunzione c’è, seppure non basta a disamarlo». Segue la litografia di Francesconi (s.t). L’ultimo testo di Luzi, sempre in grafia manoscritta, riflette sul meccanismo che regola il funzionamento di tutte le specie viventi: «La specie. La perfezione funzionale di ogni singolo membro e organo in ciascun minuscolo o immane essere presente che noi siamo arrivati a conoscere e, io credo, in innumerevoli altri che non conosciamo ancora o mai conosceremo, l’infinito biologico compresente, tutto ordinato da una legge visibile nei minimi particolari e invisibile nel suo manifestarsi fuori della nostra estensione intellettiva odierna e, temo, futura […] e peggio ancora la causa… Possiamo solo rispondere con la meraviglia, rimettere ammirazione e dismisura alla divinità che non ha limiti ma li ha messi in noi… Solo l’amore ristabilisce le proporzioni. Ci rende adeguati, ci fa sentire interni a quell’inesplicabile, a quel meraviglioso, tanto che non lo interroghiamo più, ne facciamo parte». Segue la litografia di Francesconi (s.t). La quarta di coperta è corredata da un collage di Mario Francesconi.

Colophon:

«Edizione fuori commercio, a cura della Tipografia Artistica Fiorentina, tirata in sessanta esemplari numerati e firmati da Mario Luzi e Mario Francesconi».

L’esemplare consultato è il n. 35, e reca la firma degli autori. È conservato nel Fondo d’Artista della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (F.D.FRAM.09).

Descrizione fisica:
Cartellina di cartoncino marrone a quattro ante, con un collage di Mario Francesconi
Cartoncino marrone con un foro circolare, sotto cui si vede il titolo dell’opera in carattere corsivo nero, impresso sulla prima carta bianca.
Dimensioni: 20,6x15,3 cm.
[14] c.

Si indicano di seguito l’elenco dei testi e delle opere secondo l’ordine di pubblicazione:

Mario Luzi, lettera (18 marzo [19]98)/ Mario Francesconi, Incisione (s.t.)
Mario Luzi, testo in grafia manoscritta: «L’incarnazione cristiana è un evento vertiginoso. Dio viene incontro all’uomo»/ Mario Francesconi, Incisione (s.t.)

Mario Luzi, testo in grafia manoscritta: «La specie. La perfezione funzionale di ogni singolo membro»/ Mario Francesconi, Incisione (s.t.)

Le litografie di Francesconi non sono numerate e non recano la firma dell’artista. Sulla quarta di coperta è presente un collage di Mario Francesconi (s.t.).

I testi di Luzi sono stati estrapolati da materiali privati dell’autore e sono apparsi per la prima volta in quest’opera. In seguito, trattandosi di un’edizione fuori commercio - come viene specificato nel colophon - non sono stati riprodotti in altri volumi.
[Marco Proietto]