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Geiger


Le pubblicazioni periodiche «Geiger» possono essere rubricate sotto la voce “rivista” soltanto in maniera molto generica e superficiale. Si tratta in verità di una serie di antologie curate da Adriano e da Maurizio Spatola a pubblicazione periodica ma irregolare. Ogni antologia, come dichiarato dai curatori nel numero 3, non è «una raccolta insensata e casuale delle più varie ricerche sperimentali, dalla poesia alle arti figurative; non è una incastellatura storta e instabile, priva di fondamenta: è, invece, il risultato naturale di queste stesse ricerche». Di volta in volta, quindi, «Il lavoro del curatore consiste […] nell’organizzare questo materiale apparentemente non collegabile e privo di nessi significativi in base ad un criterio logico-illogico, sensato-insensato, dove l’assurdo può anche costituire la norma: è, cioè, come ricostruire un mosaico le cui tessere siano state disperse e confuse: si tratta, insomma, di rintracciare gli orli che combaciano meglio. Ma il mosaico, prima, non esiste. Esiste solo dal momento in cui è possibile ritrovare e reinventare i legami più o meno sotterranei, più o meno voluti, o coscienti. Questo perché i reticolati che dividevano i generi artistici, confinandoli nei rispettivi campi e costringendoli all’uso limitato dei soli propri mezzi espressivi, sono caduti o stanno cadendo». Geiger dunque opera nell’ottica per cui «il poeta-pittore-musicista-architetto-scultore-attore-grafico-regista (…) non può più accettare le rigide delimitazioni culturali del passato, né accontentarsi di un’esperienza dell’arte che non sia quotidiana, in ogni gesto-parola-segno-vibrazione-suono, che non sia intervento concreto sull’ambiente che lo circonda, strumento di modificazione “continua” della realtà, per un linguaggio universale non codificato inventato giorno per giorno: un’arte totale”». Detto questo si tratta di una rivista molto difficile da catalogare e riordinare: il formato è infatti differente di numero in numero e in molti numeri sono assenti le indicazioni di stampa, l’anno e la numerazione. Ogni copia è stampata in tiratura limitata, generalmente 300 copie. «Geiger» è dunque il tentativo di creare e promuovere un interlinguaggio sperimentale che, diciamo parafrasando Adriano Spatola, «si presenti come avventura o che non si presenti affatto». Diamo una breve descrizione dei numeri reperiti e consultati:
Geiger [1967] (22x28 cm): non presenta intestazioni, indici o indicazioni bibliografiche. Sono ospitate opere di: J. F. Bory, Franco Vaccari, Adriano Spatola, Giuliano Della Casa, Ugo Carrega, Timm Ulrichs, Henri Chopin, Gianni Bertini, Rolando Mignani, L. Landi, Ladislav Novák, Gerra, Franco Verdi, Lia Drei, Vincenzo Accame, Luigi Ferro, C. G. Morales, Lino Matti, Gianfranco Baruchello, Renato Pedio, Emilio Parisi, Heinz Gappmayr, Maurizio Nannucci, F. Tiziano, Franz Mon, Francesco Guerreri, Claudio Parmiggiani, Seiichi Niikuni, Nico Orengo, Lora-Totino, De-alexandris, Carlo Cremaschi, Jiří Valoch, Alain Arias-Misson, Corrado Costa, Julien Blaine, Ferdinand Kriwet, Mirella Bentivoglio, Vanderlinde. La copia consultata è la n. 251/300 conservata presso l’Archivio Luciano Caruso di Firenze.
Geiger 2 1968 (21x19,50): antologia sperimentale a cura di Adriano Spatola. Sono compresi lavori di: Arthur Petronio, Maurizio Nannucci, Germana Arcelli, Julien Blaine, William Xerra, Gianni Bertini, Brian Lane, Carlo Cremaschi, Giuliano Della Casa, Jean Claude Moineau, Claude Partail, Yves Charnay, Georges Aperghis, Maurizio Osti, Adriano Spatola, J. F. Bory, Adriano Malvasi, Arrigo Lora-Totino, Sandro De-alexandris, Hans Clavin, F. Tiziano, Antonio Calderara, Luigi Ferro, Gian Roberto Comini, Maurene Sandoe, Maurizio Spatola, Silvano Vescovi, Franco Grignani, Jochen Gerz, Luigi Gorra, Achille Bonito Oliva, Michele Perfetti, Carlo Severi, Marco Gerra, Ugo Locatelli, Sebastiano Vassalli, C.A. Sitta. La copertina è di Franco Grignani. Il numero è stampato in 300 copie numerate da 1 a 300. La copia consultata è la numero 252, firmata da Adriano Spatola con pennarello fucsia ed attualmente conservata presso l’Archivio Luciano Caruso di Firenze.
Geiger 3 1969 (23x25cm): antologia che comprende lavori di: Marina Apollonio, Jochen Gerz, Giulia Niccolai, Achille Bonito Oliva, (opera firmata 176/350, firma illeggibile), Timm Ulrichs, Jean-Claude Moineau, Christiane Frougny, Maurizio Spatola, Fernando Millán, Ketty la Rocca, Sandro De-alexandris, Luigi Ferro, Massimo pely??, Miroglio, Sandro Beltramo, Franco Vaccari, J. Blaine, Lia Drei, Rinaldo Nuzzolese, Matjaž Hanžek, Tomaž Kralj, Robert Joseph, Marco Pogačnik, Giorgio Nelva, William Xerra, Francesco Guerrieri, Adriano Spatola, Michele Perfetti, Sebastiano Vassalli, Fonio Giorgio, Lora-Totino, Maurizio Nannucci, Hans Clavin, Mario Torchio. L’esemplare consultato è il n. 30/300 conservato presso l’Archivio Luciano Caruso di Firenze.
Geiger 4, 1970 (22x22): comprende i lavori di: Mirella Bentivoglio, Vittorio Cavacchioni, Tamas Szentjoby, Francesco Guerrieri, Jacques Lepage, Piero Manzoni, Giulia Niccolai, Ketty la Rocca, Sandro Greco, Corrado Lorenzo, Claudio Parmiggiani, Adriano Spatola, Gerald Bisinger, Franco Guerzoni, Clemente Padin, Sandro Beltramo, Franco Beltrametti, William Xerra, F. Tiziano, Lia Drei, Hans Clavin, Stanislav Demidjuk, Biljana Tomic, Carlo Villa, Miroljub Todorovic, Joan Brossa, Maurizio Spatola, Vittorio del Piano, Mario Mariotti, Felice Piemontese, Arrigo Lora-Totino, G. J. de Rook, Gianfranco Baruchello, Mario Ramous, Fernando Millan, Michele Perfetti, Alberto Tessore, Gianni Toti, Giuliano Della Casa, Sebastiano Vassalli, Alfonso Lopez Gradoli, Robert Joseph, D.M. Rosso, Plinio Martelli, Rinaldo Nuzzolese. La copia consultata è la n. 242/300 conservata presso l’Archivio Luciano Caruso di Firenze.
Geiger 5, 1972 (21,50x29): la riflessione teorica relativa all’oltrepassamento dei confini tra i generi artistici si arricchisce in questa sede del concetto di “intermedia” desunto da uno scritto di Dick Higgins. Secondo i curatori «l’arte cerca di sfuggire alla fossilizzazione, e ciò significa che una volta scopertasi in contraddizione con se stessa l’arte rende funzionale questa contraddizione come se fosse la sua più autentica sostanza. Esaltare la contraddizione vuol dire insomma assumerla come struttura della comunicazione». L’antologia comprende opere di: Milan Knizak, Gruppo Mev, M. Broodthaers, Timm Ulrichs, A.R. Casamada, C.F. Reuterswärd, F. Kriwet, Poly-Positionen, Silvia Trevale, Marina Abramovic, Anna Esposito, Liam o’Gallagher, W.L. Sørensen, Paolo Masi, A. Alloatti, Maurizio Osti, Ben Vautier, Marco Gastini, A. Spatola, Elisabetta Gut, Klaus Ggroh, G. Baruchello, Dietrich Albrecht, Wolf Vostell, Klaus Avril, Ulrike Eberle, I. H. Finlay, Betty Radin, F. Beltrametti, G. Niccolai, V. Stojiljkovic, F. Tiziano, J. Urban, J. Kozlowski, C. Parmiggiani, Fritz Schwegler, G. J. De Rook, Riccardo, B. Poznanovic, Luigi Ferro, G. Bisinger, Christo, Mario Ceroli, H. Distel, G. Fioroni, W. Xerra, Ugo Locatelli, Giuseppe Chiari, M. Bentivoglio, G. D’Agostino, Dick Higgins, Klaus Staeck, J. Nadasdy, G. Della Casa, Luciano Ori, A. Daninos, Jochen Gerz, F. Guerzoni, D.M. Rosso, Eric Andersen, Dinah Cobb. La copia consultata è la n. 0390/0500 conservata presso l’Archivio Luciano Caruso di Firenze.

1967

1972