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Giuliano Collina


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Collina

Giuliano Collina è nato a Intra-Verbania il 9 dicembre 1938, nel 1944 si trasferisce a Come dove tutt’ora risiede. All’inizio degli anni Sessanta, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove segue le lezioni di pittura di Guido Ballo e quelle di scultura tenute da Marino Marini e dal suo assistente Alik Cavaliere, diplomandosi nel 1962 con una tesi su Nicolas De Staël. In questo periodo comincia ad esporre presso la Galleria delle Ore, con dipinti che rientrano nell’ambito della tradizione cromatica padana. Nel 1964, influenzato dalla Pop Art americana, inizia a sperimentare nuove tecniche e nuovi motivi iconografici che si concretizzano in serie come le Valigie, le Cornucopie e le Poltrone (1966-1968). Partecipa alla terza edizione della rassegna “Alternative Attuali” organizzata da Enrico Crispolti al Castello Spagnolo dell’Aquila (1962-1968) e l’anno seguente aderisce alla kermesse Campo Urbano. Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, promossa da Luciano Caramel nella città di Como il 21 settembre 1969, con l’allestimento di una mostra di luci e suono nella sala della Galleria La Colonna di Erica Vittani. Durante la manifestazione la città è invasa da artisti che trasformano le strade e le piazze in un grande evento collettivo, come testimoniano le fotografie scattate in quell’occasione da Ugo Mulas. Da questa fondamentale esperienza, Collina deriva l’idea di una pittura che assume un forte connotazione spaziale, nasce così Panorama loriano (1970 – smalto industriale, cromie fosforescenti, alluminio), un’opera formata da otto grandi tele in sequenza orizzontale a formare un angolo retto nel suo studio, poi esposte nel 1971 alla Galleria Pagani di Milano. Segue un ciclo di tele “autobiografiche” in cui sono proposte scene della propria vita quotidiana, come Domenica mattina (1973), Sul tappeto persiano (1973), Eva notturna… (1974). In questa fase, di pari passo con l’insegnamento prima al Liceo Scientifico di Como, quindi all’Accademia di Belle Arti (Verona e Como) e infine all’Università (Mendrisio e Como), il disegno inizia a subentrare ai colori sgargianti dello spray e dello smalto industriale, unendosi alla suggestione della parola scritta, evidente nella serie di studi per L’incontro (1975), di cui fa parte anche un disegno dedicato a Pasolini (La figura di Pasolini attraversata dall’ombra di un albero). La serie di uomini solitari o a gruppi, di schiena o sul limitare di una porta, ricorre fino agli anni Ottanta, quando la rarefazione delle figure evolve nel ciclo degli Angeli, destinati a diventare un tema ricorrente nella sua pittura fino ad oggi. Nel 1979 realizza la grande composizione Giorno di festa per il Cotonificio di Solbiate, e per la XVIII Triennale di Milano dipinge la grande Piazza (8 metri e mezzo per circa 11 metri), commissionatagli dall’architetto Aldo Rossi. Nella seconda metà degli anni Ottanta, Collina torna al motivo iconografico della natura morta con la serie intitolata alle Tovaglie, e ripropone il tema degli interni con la serie omonima (Interni), che si colloca tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta. In questo decennio si situano anche i cicli dedicati alle Bagnanti e ai Bagnanti, seguiti poi da una nuova interpretazione del paesaggio, con quadri come La terra, Quattro fuochi in un campo; Il lago, le stelle; La sabbia; Con il delta; La grande pianura, per arrivare alle serie delle Notti stellate e delle Piogge, tutte giocate sugli elementi fondamentali: terra, acqua, cielo, aria, cui si somma negli ultimi decenni il tema spirituale e religioso, con la ricomparsa delle figure angeliche (gli Angeli e le Annunciazioni), e il nuovo ciclo delle Animi Domus. Dalla fine degli anni Settanta inizia a dedicarsi all’incisione, realizzando alcune tavole anche per edizioni illustate, tra cui si segnalano Verso Betania di Piero Bigongiari (Severgnini 1983), Parte terza di Roberto Roversi (Lythos 1995), Polittico amaro di Lucio Pisani (Lythos 1996).

Nel 1980 la Regione Lombardia ha ordinato nelle sale di Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano una sua mostra personale di circa centotrenta opere (con catalogo edito dalla casa editrice Electa); due anni dopo, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como ha promosso nel Salone San Francesco un’antologica di oltre cento titoli (Giuliano Collina 1962-1982, catalogo a cura di Roberto Sanesi, Como, Tipografia Editrice Cesare Nani, 1982).

Per maggiori informazioni si rimanda al catalogo Giuliano Collina, a cura di Rachele Ferrario, con un saggio introduttivo di Enrico Crispolti, Busto Arsizio (MI), Nomos Edizioni, 2010; si segnala inoltre il sito web dell’artista: http://www.giulianocollina.com/index.htm

[Teresa Spignoli]


  • Verso Betania