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Giuseppe Ungaretti


Giuseppe

Ungaretti

(Alessandria d’Egitto 1888 – Milano 1970). Trascorre la sua prima giovinezza ad Alessandria d’Egitto, dove entra in contatto con il gruppo di intellettuali che si riunivano intorno alla Baracca Rossa, circolo anarchico fondato da Enrico Pea. In questo periodo ha modo di conoscere l’opera del pittore Mohamed Naghi, i cui motivi iconografici ricorrono in prose come Chiaro di luna (1931) e Dall’estetica all’Apocalisse o i denti di Zimbo (1926). Con il trasferimento a Parigi nel 1912, dopo una breve sosta in Italia durante la quale conosce Soffici, Papini e Prezzolini, frequenta la Closerie de Lilas e il Café Flore, dove Apollinaire presiedeva le riunioni delle «Soirées de Paris», e stringe amicizia con i più importanti artisti allora presenti nella capitale: Picasso, Braque, Delaunay, Léger, De Chirico, Savinio, Cendrars, Jacob, Modigliani, Salmon, Severini. Tornato in Italia si arruola come soldato semplice e partecipa alla prima guerra mondiale. Nel 1916 pubblica presso lo Stabilimento Tipografico Friulano di Udine Il Porto Sepolto, primo nucleo de L’Allegria (Preda 1931, e successive ed.). In questi anni progetta con Savinio, Carrà e Soffici una rivista di arte e letteratura che avrebbe dovuto aver sede a Firenze, ma il progetto non ebbe corso. L’idea si sarebbe concretizzata solo molti anni dopo, con la pubblicazione di «Fronte», rivista diretta a Roma da M. Mazzacurati e uscita nel 1931 in soli due numeri. La rivista, che presenta un editoriale di C. Carrà, si propone come il “fronte” delle più aggiornate ricerche in campo letterario e artistico, con particolare riferimento alla Scuola Romana. In questi anni infatti Ungaretti vive a San Marino e frequenta gli ambienti culturali della capitale, come ad esempio lo storico Caffè Aragno, dove è ritratto da Amerigo Bartoli nel celebre quadro Gli amici al caffè (1939) insieme, tra gli altri, a E. Cecchi, V. Cardarelli, C. Socrate, A. Soffici, M. Broglio, R. Longhi, R. Francalancia, B. Barilli. Durante il periodo di composizione del Sentimento del Tempo, conosce Scipione e frequenta il gruppo di artisti e intellettuali che fanno capo alla Scuola di via Cavour, come M. Mafai, A. Raphael, L. De Libero, L. Sinisgalli, A. Falqui. Frequenta abitualmente il salotto della Contessa Pecci Blunt, nel quale si riunivano intellettuali, letterati, artisti e musicisti, e partecipa attivamente alla vita “artistica” della capitale: nel 1930 redige la presentazione (Il sogno di Spadini) per il catalogo dedicato a A. Spadini della Galleria di Roma, un anno dopo partecipa alla monografia su Maria Grandinetti Mancuso (Biblioteca d’Arte di Roma 1931), e uno stralcio del testo viene pubblicato nel catalogo della Galleria Sabatello in occasione della mostra della pittrice (1933); nel 1935 presenta la mostra di G. Janni (Caratteri dell’arte moderna) presso la Galleria della Cometa di Roma, fondata dalla contessa Pecci Blunt e diretta da L. De Libero. Dopo un periodo trascorso in Brasile, torna in Italia e pubblica la raccolta Il Dolore (Mondadori 1947), cui seguono, negli anni La Terra Promessa (Mondadori 1950; 1954), Un Grido e Paesaggi (Mondadori 1952), Il Taccuino del Vecchio (Mondadori 1960), la pubblicazione delle prose di viaggio (Il deserto e dopo, Mondadori 1961) e dei saggi critici (Innocence et mémoire, Gallimard 1969). 
Nel 1950 scrive l’introduzione al catalogo Pittori italiani contemporanei (Capelli) e segue con particolare interesse gli sviluppi dell’arte contemporanea, frequentando le gallerie romane del periodo come la celebre Galleria La Tartaruga, per cui cura la presentazione alla mostra di R. Francalancia (1956). Tramite Jean Paulhan, conosce Fautrier cui dedica un importante contributo critico (La pittura di Fautrier) pubblicato nella monografia dedicata al pittore, a cura di P. Bucarelli (il Saggiatore 1960). Si segnala inoltre a questo proposito l’edizione di lusso del Taccuino del Vecchio, pubblicata in occasione del 75° compleanno del poeta con una tempera originale di Fautrier (Le Noci 1963). Oltre agli esiti dell’informale – con riferimento anche all’opera di Burri – Ungaretti si interessa all’astrattismo con un saggio su Piero Dorazio (Un intenso splendore 1960), nonché alla produzione di molti artisti attivi sulla scena nazionale, con articoli e presentazioni all’opera di A. Martini, F. Clerici, C. Quaglia, P. Fazzini, G. Gonzato, B. De Pisis, E. Prampolini, R. Fasola, G. Balla, E. Broglio, F. Gentilini, Mirko, A. Salvatore, C. Guarienti, G. Capogrossi, C. Cagli, R. Guttuso, e altri. L’interesse per le arti figurative si esplica, inoltre, sin dall’edizione del 1923 del Porto Sepolto (Stamperia Apuana) arricchita da fregi di Francesco Gamba, nelle collaborazioni editoriali con pittori e artisti, tra cui si ricordano in particolare quelle con P. Fazzini (Frammenti per la «Terra Promessa», «Concilium Lithographicum» 1945; Inni, Editiones Dominicae 1965; Notizen des Alten [Il Taccuino del Vecchio], nel testo originale e in versione tedesca di Michael Marshall von Bieberstein, con Ars Librorum 1967) e con P. Dorazio (Cinque poesie di Vinicius de Moraes, Grafica Romero 1969; Croazia segreta, Grafica Romero 1969; Ellade ’70, Tipografia Santopadre 1970; L’impietrito e il velluto, Grafica Romero, 1970; La luce, Erker Presse, 1971). Si segnala inoltre la plaquette di O. Tamburi, Piccola Roma, con una poesia d’occasione di Giuseppe Ungaretti (Urbinati 1944) che anticipa alcune poesie de Il Dolore, raccolta edita nel 1947 e poi pubblicata in edizione di lusso nel 1969 (Tipografia Eliograf) con incisioni originali di P. Santoro. Anche Gridasti: Soffoco… con disegni di L. Maillet (Fiumara 1952) anticipa la pubblicazione della poesia nel volume Un Grido e Paesaggi del 1952; così l’edizione della Prima stampa dell’Atto V della «Fedra» di Jean Racine, con litografie originali di E. del Prato e G. Polidori (Le edizioni d’argo 1949) precede l’edizione in volume della traduzione (Mondadori 1950). Tra le traduzioni si segnalano inoltre L’Après-Midi et le Monologue d’un Faune di Mallarmé, con litografie originali di C. Carrà (Il Balcone 1947) e l’Anabase di St-J. Perse, illustrata da Berrocal, ( Le Rame 1967). In ultimo si ricordano le collaborazioni editoriali con Lucio Fontana (Apocalissi e sedici traduzioni, Bucciarelli 1965); G. Manzù (Morte delle stagioni, Fògola 1967); A. Burri (Dialogo, Fògola 1968); W. Piacesi (Madre, Bucciarelli 1968); B. De Pisis (Croazia segreta, M’Arte 1970), H. Richter (Il Taccuino del Vecchio, M’Arte 1971).

Per informazioni bio-bibliografiche su Giuseppe Ungaretti, si rimanda alla pubblicazione dell’opera completa nelle collana «i Meridiani» dell’Editore Mondadori: Vita d’un uomo. Saggi e interventi,  cura di L. Piccioni e L. Rebay (1974); Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, a cura di P. Montefoschi (2000); Vita d’un uomo. Tutte le poesie, a cura e con un saggio introduttivo di C. Ossola (2009); Vita d’un uomo. Traduzioni poetiche, a cura di C. Ossola e G. Radin (2010). 
I saggi d’arte di Ungaretti sono parzialmente pubblicati in Vita d’un uomo. Saggi e interventi e in appendice al volume di A. Zingone, Deserto Emblema. Studi per Ungaretti, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia Editore, 1996. Per un regesto completo sia degli scritti d’arte che delle collaborazioni editoriali con i pittori si rimanda a T. Spignoli, Giuseppe Ungaretti. Poesia, musica, pittura, Pisa, ETS, 2014; si segnala inoltre il catalogo della mostra che si è tenuta dal 13 dicembre 2014 all'8 febbraio 2015 presso la Galleria Biffi di Piacenza: Unga’. Giuseppe Ungaretti e l’arte del XX secolo, a cura di Angela Madesani, Varese, Nomos Edizioni, 2014.

[Teresa Spignoli]