Tu sei qui: Home Banca Dati Autori Giovanni Raboni

Giovanni Raboni


Giovanni

Raboni

Giovanni Raboni (Milano, 22 gennaio 1932 – Fontanellato, 16 settembre 2004) è stato un poeta, traduttore, scrittore e giornalista italiano. Fin da giovanissimo ha unito la passione per la letteratura e la poesia all’interesse per la musica, il teatro e la pittura, di cui resta a testimonianza la precoce composizione di un poemetto ispirato alla vita di Giotto e suggestionato dalla lettura de Il libro dei sette colori. Storie serie e gaie d’artisti di Guido Edoardo Mottini. Tale attenzione per l’ambito figurativo è inoltre rinvenibile nella predilezione accordata a poeti come Sinisgalli, De Libero, Gatto, che hanno rivestito un ruolo tutt’altro che marginale nella critica d’arte e la cui poesia si è sviluppata in contiguità con la coeva sperimentazione artistica. Verso gli anni Sessanta prende avvio la frequentazione dell’ambiente letterario milanese, al Blue Bar di piazza Meda, dove conosce Giudici, Sereni, Vittorini, Ferrata, Antonielli, Bo e Giosue Bonfanti, oltre ai più giovani Erba e Cattafi. Nel 1961 pubblica due brevi raccolte di poesie, Il catalogo è questoL'insalubrità dell’aria – stampate rispettivamente da Lampugnani Nigri e All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller – alle quali fa seguito Le case della Vetra, prima raccolta organica dell’autore uscita nella collana di poesia di Mondadori. Nel 1967 pubblica invece la cartella L’intoppo, con incisioni di Attilio Steffanoni, nelle edizioni di pregio di Vanni Scheiwiller: un nucleo di versi che confluirà dapprima in Economia della paura (All’insegna del pesce d’oro 1970) e quindi in Cadenza d’inganno (Mondadori 1975). D’altra parte, in quegli stessi anni, Raboni aveva contribuito con i suoi scritti ai cataloghi delle mostre personali tenute da Steffanoni alla Galleria d’Arte 32 di Milano e presso la Galleria Il Canale di Venezia. Nel 1982 nasce l’amicizia con Toti Scialoja, occasionata dall’interesse dell’artista per Medicamenta di Patrizia Valduga, e per il quale Raboni curerà la prefazione di Poesie 1961-1998, testimoniando così l’interesse per i procedimenti di elaborazione visiva che caratterizzano la sperimentazione poetica di Scialoja. Nel 1988, allestisce per Garzanti il volume antologico intitolato A tanto caro sangue, anticipato da due importanti edizioni d’arte, quali Cinque poesie, con cinque opere grafiche di Emilio Scanavino (Edizioni della pergola 1983) e Gli addii, con acqueforti di Mino Maccari, (All'insegna del Lanzello 1988). Sono gli anni, per di più, in cui Giovanni Raboni si avvicina alla sperimentazione metrica delle forme chiuse, come testimoniato in primis dalla plaquette Ogni terzo pensiero, realizzata con i disegni e un'incisione originale di Marco Viggi (1991), e quindi con l’omonima raccolta pubblicata da Mondadori nel 1993, come culmine di un percorso intrapreso con Canzonette mortali (Crocetti 1985) e proseguito in Versi guerrieri e amorosi (Einaudi 1990). Parallelamente è bene ricordare altri casi di collaborazione con le edizioni della Galleria 32 di Milano, che lo portano a scrivere sull’opera di artisti quali Gioxe De Micheli e Gianfranco Bruno, mentre per il ruolo ricoperto all’interno della Fondazione Pier Paolo Pasolini, ha occasione di conosce e apprezzare l’opera di Vincenzo Balena (Sculture e disegni di Vincenzo Balena, Milano, Mediaprint, 1994). Di quegli stessi anni, infine, è la curatela del catalogo Oli e tempere. 1985-1996 (Galleria delle Arti, Bologna 1997) dedicato alla pittura di Giancarlo Ossola. Tra gli altri artisti verso cui Raboni ha dimostrato interesse, anche attraverso la sua attività giornalistica, è bene ricordare: Emilio Tadini, Giovanni Testori (si veda in particolare l’introduzione ai due volumi di Tutte le opere, Bompiani 1997), Antonio Ligabue, mentre un importante contributo dedicato allo specifico tema Poesia e pittura è contenuto nel volume allestito da Mariano Apa e intitolato Abitare l’immagine (Campisano Editore 2002).  Nel 2002 esce per Mondadori  Barlumi di storia, mentre nel 2003 viene realizzato Sull’acqua (Edizioni d’arte Colophon 2003) composto assieme ad Enrico Baj, che rappresenta l’ultima produzione in versi (in vita) di Giovanni Raboni: un progetto che deriva dalla mostra Idraulica che Baj aveva tenuto presso la Galleria Giò Marconi di Milano nell’anno precedente, di cui si erano fatti a loro volta prefatori Gillo Dorfles e lo stesso Raboni nel catalogo stampato da Skira (2002). Gli Ultimi versi di Giovanni Raboni, infine, sono usciti a tre anni dalla sua scomparsa da Garzanti per le cure di Patrizia Valduga.

Per un approfondimento della biografia di Raboni si rimanda alla dettagliata cronologia contenuta in G. Raboni, L’opera poetica, a cura e con un saggio introduttivo di Rodolfo Zucco e uno scritto di Andrea Zanzotto, Milano, Mondadori, «i Meridiani», 2006; mentre i saggi critici sono stati raccolti a cura di Andrea Cortellessa in G. Raboni, La poesia che si fa. Cronaca e storia del Novecento italiano: 1959-2004, Milano, Garzanti, 2005.

[Marco Corsi]