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Gruppo 63


Il Gruppo 63 è il più rilevante gruppo italiano di neoavanguardia, almeno per quanto riguarda il versante endoletterario, tanto che è ben diffuso ed accettato l'uso sineddotico del termine neoavanguardia con riferimento al solo Gruppo 63. Nasce formalmente nell’ottobre del 1963 a Palermo, con una serie di incontri presso l’Hotel Zagarella di Palermo e presso la Sala Scarlatti del Conservatorio della stessa città nell’àmbito dei lavori della Settimana di Musica Nuova, ivi organizzata dal Gruppo Universitario per la Nuova Musica di Antonino Titone. In verità il 1963 è piuttosto una data che formalizza un’attività comune, ovvero una comunanza di intenti, di obiettivi e di modalità operative, già sostanzialmente in atto dalla fondazione de «il verri» (1956) e dall’inizio della collaborazione di Luciano Anceschi con Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Renato Barilli, Fausto Curi, Umberto Eco, Alberto Arbasino, Leo Paolazzi (Antonio Porta), Guido e Angelo Guglielmi, nonché dalla pubblicazione di alcune opere esemplari ed antesignane, come Laborintus (Magenta 1956) di Sanguineti. Tappa fondamentale di questo percorso è il 1961, quando viene pubblicata la decisiva antologia I novissimi. Poesie per gli anni Sessanta (Rusconi e Paolazzi), curata da Alfredo Giuliani. I novissimi appaiono, infatti, come il primo e più definito nucleo di una composta nuova avanguardia, presto affiancato dall’attività critica, teorica e militante degli stessi cinque poeti antologizzati (Giuliani, Sanguineti, Pagliarani, Porta e Balestrini), e di altri intellettuali che ne sposano o ne supportano o ne affiancano le poetiche e le intenzioni. Si pensi, in particolare, all’importanza di Opera Aperta, pubblicata da Umberto Eco nel 1962, che, come riconobbe molta parte della critica di allora, conferiva autorevolezza e spessore filosofico ad un neonato discorso di cambiamento (o, per taluni, almeno, di vera e propria rivoluzione) culturale. Le opere critiche, poetiche e narrative comprese entro questi due estremi, costituiscono, per così dire, il corpus teorico, programmatico e operativo del Gruppo 63. Opere come Apocalittici e integrati (Bompiani 1964) di Umberto Eco, La barriera del naturalismo (Feltrinelli 1964) e L’azione e l’estasi (Feltrinelli 1967) di Renato Barilli, Avanguardia e sperimentalismo (Feltrinelli 1964) e Vero e falso (Feltrinelli 1968) di Angelo Guglielmi, Certi romanzi (Feltrinelli 1964) e Off-off (Feltrinelli 1968) di Alberto Arbasino, Ordine e disordine (Feltrinelli 1965) di Fausto Curi, Immagini e maniere (Feltrinelli 1965) di Alfredo Giuliani, Ideologia e linguaggio (Feltrinelli 1965) di Edoardo Sanguineti precisano, infatti, sia le posizioni del Gruppo rispetto all’esterno, che quelle interne allo stesso. Come emerge fin dal resoconto del primo Convegno Gruppo 63. La nuova letteratura. 34 scrittori (Feltrinelli 1964), il Gruppo 63 non si presenta come un fronte univoco e compatto, ma come luogo di discussione e dibattito, all’interno del quale sottoporre a continua dialettica le opere letterarie con l’analisi critica e metodologica e con riflessioni teoriche relative al contesto letterario contemporaneo. Le riflessioni di ordine critico e teorico nate in seno al Gruppo sono raccolte in Gruppo 63. Critica e teoria, a cura di R. Barilli e A. Guglielmi, Milano, Feltrinelli, 1976 poi ripubblicato a Torino da Testo & Immagine nel 2003 e compreso infine in Gruppo 63. L'antologia - Teoria e critica (Bompiani 2013). Durante la propria attività, il Gruppo 63 si riunisce per 5 volte. Durante il primo incontro (Palermo, 1963) leggono i propri testi: Balestrini, Cane, Di Marco, Falzoni, Ferretti, Gozzi, Guglielmi, Leonetti, Lombardi, Marmori, Novak, Pagliarani, Perriera, Pignotti, Rosselli, Sanguineti, Spatola, Testa e Vasio. Vengono organizzati incontri dedicati alla pittura (con Dorfles, Perilli e Ponente), al teatro (con Bartolucci, Eco e Gozzi), alla poesia (Anceschi, Giuliani e Sanguineti) e alla narrativa (Barilli, A. Guglielmi, Leonetti). In occasione di questo primo incontro viene approntato, per la regia di Luigi Gozzi e Ken Dewey e con le scenografie di Achille Perilli, uno spettacolo teatrale diviso in tre parti con testi di Malerba, Leonetti, Manganelli, Lombardi, Falzoni, Perriera, Pagliarani, Giuliani, Balestrini, A. Gozzi, e Sanguineti. Il secondo incontro, dedicato alla lettura e alla discussione di testi, avviene a Reggio Emilia, nel 1964. Sono presenti, tra i nuovi rispetto al primo incontro, anche Giorgio Celli, Furio Colombo, Corrado Costa, Enrico Filippini, Eugenio Miccini, Cesare Vivaldi, mentre alla discussione prendono parte alcuni critici e autori stranieri, come Jean Thimbaudeau, Marcelin Pleynet, Marc Slonim e, nella serata conclusiva, interviene Elio Vittorini. Il terzo incontro si tiene di nuovo a Palermo, nel 1965, con un Convegno interamente dedicato al "Romanzo Sperimentale", i cui atti sono pubblicati in Gruppo 63. Il romanzo sperimentale, a cura di N. Balestrini, Milano, Feltrinelli, 1966, recentemente ripubblicato con una serie di interventi critici (Col senno di poi) a cura di Andrea Cortellessa (Bompiani 2013). Vengono proiettati in questa occasione quattro film sperimentali di Baruchello, Grifi, Lenti e Leonardi, mentre Carlo Quartucci allestisce uno spettacolo teatrale su testi di Lombardi, Filippini e Testa. Il quarto incontro viene organizzato presso la Sala Dante del Palazzo degli Studi di La Spezia, nel 1966 con la lettura di testi di Accame, Cagnone, Ceresa, Di Marco, Giuliani, Marcucci, Milanese, Ombres, Pedio, Pignotti, Porta, Rosselli, Spatola, Testa, Tola, Torricelli, Vicinelli. Infine, il quinto e ultimo incontro si tiene a Fano nel 1967, con letture di testi di Albertazzi, Baruchello, Biondi, Celati, Episcopi, Falzoni, Fittipaldi, Gozzi, Lora-Totino, Bonito Oliva, Orengo, Pellissari, Piemontese, Rescio, Sigiani, Vassalli. Tra le altre antologie del Gruppo ricordiamo M. Perriera, R. Di Marco, G. Testa, La scuola di Palermo, con prefazione di A. Giuliani (Feltrinelli 1963) e Manuale di poesia sperimentale, a cura di G. Guglielmi e E. Pagliarani, (Mondadori 1966). Il Gruppo 63 fu promotore di alcune delle più importanti riviste che animarono il dibattito critico, teorico e politico degli anni Sessanta. A parte «il verri», ricordiamo «Malebolge», «Marcatrè», «Grammatica», e «Quindici». Proficua per il Gruppo fu la vicinanza politica e intellettuale della casa editrice Feltrinelli, per il tramite dello stesso Giangiacomo, e di collaboratori attentissimi come Valerio Riva. Feltrinelli, attraverso le collane «materiali», «le comete» e «poesia», contribuì in maniera decisiva a dare visibilità alle opere del Gruppo. Enrico Filippini e Nanni Balestrini, lavorando presso lo stesso editore, vennero a ricoprire un ruolo fondamentale nelle dinamiche interne al Gruppo. Nel corso degli anni Sessanta, anche altri editori si aprirono alla sperimentazione promossa da Feltrinelli. Si pensi alla collana «Ricerca letteraria» di Einaudi, diretta da Guido Davico Bonino, Edoardo Sanguineti e Giorgio Manganelli, che si mostrò particolarmente sensibile rispetto ai gusti letterari della nuova avanguardia, ovvero alla casa editrice di Vanni Scheiwiller che, a partire dal 1961 propose una collana di «poesia novissima». Il Gruppo 63 si scioglie ufficialmente nel 1969, anche se alcuni esponenti proseguono di fatto un’azione culturale comune in direzione di una letteratura di ricerca e di contestazione. Ne sono evidenti prove gli incontri tenutisi per i venti, i trenta e per i quaranta anni dalla fondazione. Relativamente al rapporto tra poesia e pittura, molti autori del Gruppo 63 risultano attivi in più versanti. Sono numerose, infatti, le collaborazioni dei poeti novissimi con pittori e artisti visivi di fama nazionale e internazionale, a partire da Edoardo Sanguineti, che, negli anni, realizza plaquette con Baj, Vedova, Alinari, Trubbiani, Papasso, Persico, Cremaschi, Paladino, Budetta, Isoleri, Rotelli, Cascella, e che si dedica pure alla critica d'arte curando cataloghi o dedicando scritti ad artisti come Bueno, Carol Rama, Baj. Intensa, sotto questo punto di vista, pure l'attività di Pagliarani, le cui prime due raccolte sono pubblicate con importanti illustrazioni di Migneco e Casarotti, e che, successivamente, collaborerà proficuamente sia con Novelli, Perilli e Giò Pomodoro, che, negli ultimi anni di attività, con Cosimo Budetta. Diverso il caso di Nanni Balestrini, il quale, come pure Giuliani e Porta, ma senz'altro con maggiore continuità, si è dedicato anche alla poesia verbovisiva, e che, annovera tra le sue collaborazioni più importanti quelle con artisti come Baruchello, Parmiggiani e Paladino. Porta, dal canto suo, lavora fianco a fianco con William Xerra, Ferdinando Albertazzi, Giorgio Celli e Arrigo Lora-Totino, e realizza alcune plaquette d'arte con Carla Badiali, Altan e Baruchello. Infine, Alfredo Giuliani collabora nel corso degli anni con Magnoni, Papasso, Budetta, e come Balestrini e Porta, è incluso per la sua produzione verbovisiva nella storica antologia Poesie visive (1965), pubblicata nella collana «il dissenso» dall’editore Enrico Riccardo Sampietro, per la cura di Lamberto Pignotti. Tra le altre esperienze risulta fondamentale il percorso di Adriano Spatola e, più in generale, del versante emiliano del movimento (Giorgio Celli, Patrizia Vicinelli, Corrado Costa): instancabili sperimentatori verbo-visivi e di poesia concreta, a fare quasi da ponte tra il Gruppo 63 e altri movimenti neoavanguardisti, più decisamente esoletterari. Occorre inoltre considerare che agli incontri del Gruppo 63 non parteciparono soltanto scrittori, ma anche artisti visivi, come Achille Perilli – che fu anche scenografo di alcune rappresentazioni teatrali e happening promossi dal Gruppo durante i propri incontri – e Gastone Novelli – che realizzò alcune delle copertine delle antologie del Gruppo, oltre a collaborare, come del resto Perilli, alla realizzazione di alcune plaquette con i poeti neoavanguardisti; o come Gianfranco Baruchello, che propose durante tali incontri sia film che testi letterari e teorici. L'importanza della sperimentazione pittorica e visiva in generale all'interno della speculazione sia artistica che teorica del Gruppo è pure sottolineata dal fatto che durante l'incontro fondativo del 1963, uno dei panel di discussione fu proprio dedicato alla pittura, con la presenza niente affatto casuale di Gillo Dorfles tra i moderatori.

[Federico Fastelli]