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La stazione di Pisa e altre poesie


Urbino

1955

Il volume, a stampa e rilegato, ospita una serie di poesie di Giovanni Giudici impreziosite da una fotoincisione  realizzata dagli allievi dell’Istituto Statale d’Arte di Urbino su disegno di Emilio Greco. Interessanti le Note poste da Giovanni Giudici a corredo d’informazione per i testi, che qui riproponiamo integralmente: «Sono in obbligo verso il Lettore di qualche breve nota. I treni misti, della poesia “Era certo il principio”, sono, nella terminologia ferroviaria, quelli composti da carrozze-viaggiatori e vagoni-merci: erano assai comuni al tempo della guerra. Nella poesia “Tra le valve dell’ostrica” al punto “A Vienna – la tempesta ha sconvolto ecc.”, si prende occasione da una notizia di cronaca apparsa sui giornali, nella piovosa e inclemente primavera del 1954; il sogno di Daniele è una reminiscenza biblica interpretata un po’ liberamente. Quanto ai versi iniziali della stessa poesia, sarà utile ricordare che nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria erano un tempo la foce d’Arno e il porto di Pisa. La data spirituale delle poesie del ciclo “Il tempo della guerra” è il 1943, per quanto siano state scritte dieci anni dopo. Il Grifone cui si allude nella poesia “Incontro d’amore” è l’emblema dell’Associazione Calcio “Genoa 1893”. Nella poesia “A Lucca: per Gemma Galgani” le parole latine Virgo lucensis (che significano appunto vergine lucchese) sono le stesse che aprivano l’epigrafe tombale della giovane Santa, prima che le sue spoglie fossero traslate dal Cimitero all’attuale Santuario. L’affresco di “Là dove sugli scanni” si trova nella Chiesa parrocchiale del mio paese, Le Grazie, nel Comune di Porto Venere».

Colophon:
«Copertina di Giuseppe Scatassa; composizione, impaginazione, stampa, legatura dovute ad una collaborazione fra gli alunni del corso inferiore ed i maestri d’arte delle rispettive sezioni. La riproduzione del disegno è stata eseguita dagli allievi della sezione di fotoincisione. Finito di stampare nel mese di aprile del 1955. Tiratura di 200 esemplari di cui i primi, dall’1 al 50, numerati a mano e firmati dall’autore, su carta “Formosa Editio” delle Cartiere Maslianico, e gli altri numerato automaticamente su carta tipo Offset delle Cartiere Miliani di Fabriano».

L’esemplare consultato è il n. 163 ed è conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (ZAG.C00188).

Descrizione fisica:
Copertina rigida e sovraccoperta in carta marrone
Testo a stampa, rilegato
Dimensioni: 20x13,5 cm.
51 p. con una tavola fuori testo.


Si indicano di seguito i testi e le opere presenti nel volume secondo l'ordine di pubblicazione, dando conto dell’articolazione delle sezioni in cui è suddiviso il libro:

Emilio Greco, incisione (s.t.)

Giovanni Giudici, Un’altra voceLa stazione di Pisa (Il buio brivido; Qui la mia prima attesa; Era certo il principio; Vibrante esigua eco; La fuga alle alte navi; Tra le valve dell’ostrica; Così vivo in Italia) – Il tempo della guerra (Versi alla ragazza veneta; Giallo tersite; Come un idolo o un gioco; Gioco di carte) – Altre poesie (Incontro d’amore; Al sepolcro di Ilaria del Carretto; A Lucca: per Gemma Galgani; Uomo, tu che respiri; Così mi arrendo; Circo; Frammenti della faina; Questo caro sgomento; Là dove sugli scanni; Ai tuoi lumi nebbiosi ai dubbi vertici; Il fuso orario; Anche il rauco merciaio; Nel mio anno trentesimo) – Alcune traduzioni da John Donne (Se velenosi minerali; Morte; Un congedo: perché lei non sia triste)

Queste poesie di Giovanni Giudici stampate autonomamente, non sono mai state raccolte in un volume organico di poesie, ma ora sono leggibili nella sezione Protostorie e poesie disperse contenuta in G. Giudici, I versi della vita, a cura di Rodolfo Zucco, con un saggio introduttivo di Carlo Ossola, cronologia a cura di Carlo Di Alesio, Milano, Mondadori, «i Meridiani», 2000.

[Marco Corsi]