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Emilio Villa


Emilio

Villa

(Affori, 1914 – Rieti, 2003). Trascorre la sua giovinezza frequentando le sedi scolastiche del seminario arcivescovile milanese, tra Seveso, Venegono, Monza e Saronno. Tra il 1932 e il 1933 frequenta il Liceo Classico Parini di Milano. Ben presto inizia a manifestare il suo interesse per il latino e le lingue semitiche e si dedica allo studio dell’Antico Testamento. Nel 1934 prende a frequentare il Pontificio Istituto Biblico di Roma dedicandosi assiduamente alle discipline assiriologiche e pubblica la sua prima raccolta di poesie, Adolescenza (La Vigna 1934).
Nel corso degli anni Quaranta approfondisce le sue competenze di filologia sumerica e semitica, si dedica allo studio dei geroglifici egizi, del greco e del miceneo e collabora a quotidiani e riviste quali «Il Frontespizio», «Il Meridiano di Roma», «Corrente», «Convivium», «Il Bargello», «Letteratura», «L’Italia che scrive». Nel 1947, tornato in Italia dai campi di prigionia olandesi e tedeschi, si trasferisce a Roma dove ha modo di inserirsi nel vivace ambiente artistico attraverso la conoscenza di Piero Dorazio, Giulio Turcato, Achille Perilli, Sebastian Matta e il gallerista d’arte Pietro Maria Bardi. Dopo aver pubblicato la raccolta Oramai. Pezzi composizioni, antifone (Tipografia Istituto Grafico Tiberino 1947), soggiorna a Parigi e a San Paolo e intensifica i suoi rapporti con gli esponenti dell’arte visuale, come attestano le svariate collaborazioni editoriali succedutesi a partire da E ma dopo: nove componimenti (Edizioni d’Argo 1950) con una litografia originale di Mirko. Nello stesso periodo stringe amicizia con Alberto Burri e Nuvolo ed entra in contatto con il Gruppo Origine dirigendo, insieme ad Ettore Colla, la rivista «Arti Visive», sulla quale appariranno molti suoi saggi di critica d’arte. A partire dal 1953, inoltre, si susseguono svariate “esoedizioni”, come Villa stesso le definisce. Si tratta di raccolte, cartelle e plaquette a tiratura limitata, estranee ai più consueti canali di distribuzione, tra le quali vale la pena ricordare almeno Cinque invenzioni di Nuvolo e un poema di Emilio Villa (La Palma 1954), libro d’artista in sessanta esemplari, 17 variazioni su temi proposti per una pura ideologia fonetica, (Edizioni di Origine 1955) con disegni e pitture di Alberto Burri, Un Eden précox (L’Esperienza Moderna 1957) con incisioni di Gastone Novelli, 3 ideologie da piazza del Popolo senza l'imprimatur e 3 opere autografe di Nuvolo (s.n. 1958). Nel 1959 il poeta conosce Piero Manzoni e Agostino Bonalumi e li invita a collaborare alla rivista da lui fondata «Appia Antica», mentre l’anno seguente stringe uno stretto sodalizio con Mario Diacono e si lega a Stelio Maria Martini e Luciano Caruso, attivi in ambiente napoletano. Nel 1961 fonda la rivista «Ex» assieme a Mario Diacono, pubblica la sua nuova silloge Heurarium (Edizioni EX 1961) e,  un anno dopo, alcune sue opere vengono ospitate dal n. 2 e dal n. 3 della rivista «Quaderno». In questo periodo, inoltre, traduce l’Odissea di Omero per i tipi di Guanda (1964), mentre la sua attenzione alle arti figurative è confermata dai numerosi saggi ed interventi di critica d’arte pubblicati durante questi anni in veste monografica o su cataloghi di mostre, molti dei quali successivamente confluiti in Attributi dell’arte odierna (Feltrinelli 1970, poi Le Lettere 2008). Continua ad essere altresì eccezionale il suo lavoro nell’ambito di una concezione interdisciplinare delle arti sorelle, testimoniata anche dalla presenza di una sua poesia – accanto a quelle di Edoardo Sanguineti, Cesare Vivaldi e Mario Diacono - all’interno dell’edizione d’arte intitolata al poeta e pittore Toti Scialoja (Scialoja, Galleria La Salita 1960). Altri interessanti prodotti editoriali scaturiti da collaborazioni tra il poeta ed artisti di rilevo, sono: Idrologie (Edar 1969), cartella contenente sei serigrafie  di Silvio Craia e Giorgio Cegna, L'homme qui descend quelque : roman metamytique (Magma 1974) con 6 tavole xilografiche di Claudio Parmiggiani, Anatomie. Napoli 1973 (con una poesia di E. Villa) cartella di Luciano Caruso (Belforte Editore 1984), Di volt, una lusnada (Edizioni rare, 1987), con un’acquaforte di Vincenzo Ferrari, Geometria reformata (A. Verna 1990) con una nota di Mario Diacono e un’acquaforte di Claudio Parmiggiani, Dies Irae, (Edigrafital 1991) dal testo latino di Tommaso da Cenalo (traduzione già pubblicata a cura di Nando Taccone nel 1980) con tre illustrazioni di Piero Dorazio, Umberto Mastroianni e Guido Strazza, Trous (Proposte d’arte Colophon 1996), con cinque tavole di Enrico Castellani. Inoltre, a partire dal 1977, Villa comincia a collaborare ai festival di arte, poesia e musica promossi a Cavriago dalla casa editrice Pari & Dispari di Rosanna Chiessi e, nel 1981, espone alla galleria Multimedia di Brescia dieci lastre di plexiglass con incisioni di testi poetici in greco (cfr. Le mura di t; éb;è, Galleria Multimedia 1981); nello stesso anno il n. 7 della rivista «Tau/ma» ospita Verboracula, ampia raccolta di componimenti latini. Nel 1989 vede la luce una raccolta, curata da Aldo Tagliaferri, contenente i suoi principali testi poetici, composti tra il 1934 e il 1958 (Opere Poetiche, Coliseum 1989), mentre al 1994 risale la mostra di Oggetti di poesia realizzata presso l’Archivio di Nuova Scrittura di Milano (cfr. Emilio Villa. Oggetti di Poesia, a cura di Aldo Tagliaferri, Archivio di Nuova Scrittura 1994). Nel 1995, inoltre, uscirà 12 Sibyllae (Lombardelli 1995), raccolta seguita dalla cartella CBille CBelle (Lombardelli 1995) con cinque incisioni di Villa.

Per ulteriori riferimenti bio-bibliografici si rimanda a: Aldo Tagliaferri, Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa, Roma, DeriveApprodi, 2004; Emilio Villa poeta e scrittore (catalogo della mostra, Reggio Emilia, Chiesa di San Giorgio, 23 febbraio – 6 aprile 2008), a cura di Claudio Parmiggiani, Milano, Mazzotta, 2008; E. Villa, L’opera poetica, a cura di Cecilia Bello Minciacchi, postfazione di Aldo Tagliaferri, Roma, L’orma, 2014.

[Valeria Eufemia]